Editoria umbra, tutti i dati della crisi
PERUGIA – La situazione dei quotidiani umbri non è delle migliori, questo si sapeva. A certificarlo nero su bianco arrivano ora i dati dell’Ads (Accertamento diffusione stampa), pubblicati dalla rivista specializzata Prima Comunicazione. I dati prendono a riferimento il numero delle copie vendute e quelle diffuse e confrontano il numero dell’ottobre 2015 con quello dello stesso mese del 2014. Il risultato è che il crollo, per il Giornale dell’Umbria e per il Gruppo Corriere (che comprende anche le edizioni di Viterbo, Rieti, Sabina, Arezzo, Siena e Maremma) è uno dei peggiori per i quotidiani locali. Il dato più vistoso è indubbiamente quello del Giornale dell’Umbria. Nell’anno preso in esame le copie vendute sono scese di 695 unità, passando da 3.592 a 2.897 (-19,3 per cento). Calo di quasi il 16 per cento per la diffusione. Diminuzione vistosa anche per il Corriere, i cui dati sono significativi, ma che non riguardano però solo l’Umbria. Il gruppo è passato dalle 13.252 copie venduta alle attuali 10.439, perdendone 2.813 (-21,2 per cento). Calo del 20,2 per cento anche per la diffusione. Per Messaggero e Nazione, essendo testate extraregionali, i dati sono aggregati e non scorporabili per regione ma entrambi, comunque, registrano un segno meno. -8,4 per il Messaggero, – 9,6 per la Nazione.
I dati assumono un certo valore alla luce della situazione complicata vissuta dal Giornale dell’Umbria, al centro di una ristrutturazione e di un passaggio di proprietà piuttosto complessi. Su quanto sta accadendo nel quotidiano negli ultimi mesi si registrano infatti due interrogazioni parlamentari e una in Regione. La prima è stata quella dei parlamentari Gianluca Rossi,Valeria Cardinali e Nadia Ginetti. Nel loro atto ricostruiscono la vicenda del Gdu, a partire dal blocco delle rotative e la conseguente mancata uscita del giornale lo scorso 8 novembre perché si violava il nuovo piano editoriale. “Piano che non risulta presentato dal direttore responsabile, né che la nuova foliazione sia mai stata comunicata ufficialmente al comitato di redazione, o al personale giornalistico e poligrafico”. I parlamentari parlano di condotta antisindacale anche in relazione al licenziamento di dieci collaboratori per email. Si chiede quindi “quali iniziative intenda intraprendere il Presidente del Consiglio dei ministri al fine di tutelare la libertà d’informazione ed i diritti dei lavoratori del “Il Giornale dell’Umbria”, ad oggi sottoposti a contratto di solidarietà; se non ritenga necessaria la convocazione di un tavolo di confronto tra le parti, alla presenza della Federazione nazionale della stampa italiana e della Federazione italiana di editori giornali”. Un’interrogazione sulla crisi dell’editoria umbra era stata anche presentata dall’onorevole Galgano, alla quale aveva risposto il sottosegretario all’Economia Baretta.