Foligno, sisma ’97, la Caritas fa il punto e rinnova l’impegno
FOLIGNO – Le comunità al centro. E’ questo l’obiettivo con cui la Caritas di Foligno ha promosso, nell’ambito della tredicesima edizione del Premio Rosa dell’Umbria organizzato da Rhà Eventi, l’incontro “Ri-Costruire luoghi di comunità”. Martedì 28 novembre, nella sala Rossa di Palazzo Trinci, si è infatti tenuto un momento di incontro e confronto con la cittadinanza a vent’anni dal sisma del ‘97. Ad intervenire, tra gli altri, Mauro Masciotti e Giorgio Pallucco, rispettivamente direttori delle Caritas di Foligno e Spoleto, don Andrea La Regina, di Caritas italiana, Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, in rappresentanza della delegazione delle Caritas della Lombardia, Oliviero Bettinelli e Andrea Guerrizio per la delegazione delle Caritas del Lazio. Ed ancora il vicesindaco di Foligno, Rita Barbetti, e don Luigi Filippucci, direttore della Caritas di Foligno durante il terremoto del 1997. Ed è stato proprio partendo dall’esperienza post sisma di vent’anni fa che si è fatto il punto delle azioni messe in campo dalle Caritas locali e da quelle di Lazio e Lombardia a sostegno della comunità folignate. Un sostegno che non è stato solo ed esclusivamente materiale, ma prima di ogni cosa umano. Il tutto con un occhio attento anche al presente, non solo a situazioni emergenziali – il riferimento è al terremoto del 2016 di Umbria e Marche – ma anche quotidianamente, in un’ottica cioè di vicinanza a chi vive situazioni di disagio legate, ad esempio, all’attuale crisi economica. E così, ciascuno per il proprio ruolo, ha testimoniato la propria esperienza. Da quella di don Luigi Filippucci, che ha vissuto da direttore della Caritas di Foligno il terremoto del ’97 a quella di Giorgio Pallucco, oggi impegnato a ricostruire nell’anima le popolazioni della Valnerina colpite dal sisma dello scorso anno. Ed ancora le testimonianze di Oliviero Bettinelli sulla pazienza e la tenacia coltivate durante l’emergenza di vent’anni fa, di Luciano Gualzetti su come la Caritas sia chiamata oggi ad intercettare, segnalare ed affrontare le sfide quotidiane – dall’arrivo dei migranti a chi si sente solo – e del giovane Rinaldo che, insieme alla moglie Francesca, ha deciso di essere vicini alle popolazioni della Valnerina. “Come comunità – ha detto il direttore della Caritas folignate, Mauro Masciotti – dobbiamo recuperare quei valori e quei sacrifici che il tempo spesso ci porta a dimenticare e credo che, in quest’ottica, l’esperienza del 1997 possa essere una testimonianza forte. Lo dimostra il lavoro fatto, ad esempio, dai tanti volontari arrivati da fuori regione che ci furono vicini in quel periodo e che decisero di rimanere qui con noi, dove vivono ancora oggi, per aiutarci ricostruire le nostre comunità. Da lì, dobbiamo ripartire per costruire ponti sui quali camminare tutti insieme”. Al centro, dunque, le persone, anche attraverso la creazione di luoghi di comunità. In quest’ottica si iscrive il percorso avviato da Caritas Italiana insieme all’Ordine degli architetti di Roma ma anche l’esperienza di studio che ha visto in prima fila l’Università di Perugia, grazie al lavoro del professor Fabrizio Fiorini del Dipartimento di ingegneria civile ed ambientale e dei suoi studenti, chiamati ad elaborare progetti pilota di centri di comunità in emergenza. Tra i tanti, il Neos Kosmos ideato da Samuele Antonini all’interno dell’area dell’ex Casa del ragazzo di Foligno. Il progetto è quello di restituire alla città un luogo che già esiste e che può essere oggi riqualificato, creando una struttura di accoglienza e formazione di respiro multiculturale, con uno studentato, una biblioteca, sale studio e spazi funzionali. Il tutto, in un’ottica sostenibile. Un’ipotesi di progettazione che la Caritas auspica e che l’amministrazione comunale, per voce del vicesindaco Rita Barbetti, sarebbe disposta a sostenere per la parte che gli compete. L’incontro “Ri-Costruire luoghi di comunità” è stato però anche l’occasione per dire grazie alle delegazioni Caritas di Lazio e Lombardia per quanto fatto vent’anni fa. Ai due esponenti, così come al professor Fabrizio Fiorini, sono quindi andate le targhe speciali del Premio Rosa dell’Umbra.