Gualdo Cattaneo, sulla centrale di Bastardo il sindaco Pensi respinge le accuse di immobilismo mosse dai sindacati
GUALDO CATTANEO – Il Sindaco Andrea Pensi replica al recente comunicato stampa divulgato dalle associazioni sindacali in merito alla situazione dell’impianto Enel Pietro Vannucci di Bastardo. In particolare il Sindaco respinge con fermezza le accuse di immobilismo avanzate dalle organizzazioni sindacali nei confronti delle istituzioni coinvolte su questa vertenza.
Pensi ricorda come “l’amministrazione comunale di Gualdo Cattaneo in questi anni si sia attivata su molteplici strade. La prima è quella che ha portato l’ Azienda al riconoscimento e alla salvaguardia di tutti i posti di lavoro, a prescindere dalla continuazione dell’attività produttiva dell’impianto. Al riguardo l’amministrazione ha formalmente avviato un confronto con Enel chiedendo che si prenda in considerazione la ricollocazione del personale in esubero a Bastardo presso altre società del gruppo Enel operanti nella Regione Umbria. Ma non solo. Al momento solo l’amministrazione Pensi ha avanzato ufficialmente una ipotesi di trasformazione del sito presentando, insieme all’Università di Perugia, il progetto Penelope che ha ad oggetto la costruzione di un impianto di accumulo di energia elettrica, proposta che garantirebbe, peraltro, la permanenza di Enel sul territorio”.
“Queste circostanze – prosegue Andrea Pensi – sono note al Sindacato, così come è noto, vista la presenza dei rappresentati dei lavoratori, che all’ultimo tavolo regionale i Sindaci e l’Assessore Paparelli hanno ottenuto l’impegno di Enel alla prosecuzione dell’attività fintanto che non sarà condiviso e sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la trasformazione ed il rilancio dell’area. Secondo Pensi i Sindacati piuttosto che arroccarsi su posizioni di bandiera dovrebbero, in primo luogo esplicitare le proprie idee di merito sul futuro dell’impianto ed, in secondo luogo unirsi al coro sollevato dalle istituzioni per chiedere ad Enel di esplicitare prima possibile le manifestazioni d’interesse avanzate da soggetti terzi, in modo da consentire a Comuni, Regione e parti sociali di valutare la migliore proposta in termini industriali ed ambientali. Su quest’ultimo aspetto Andrea Pensi rivendica l’onesta intellettuale di avere assunto una posizione chiara sin dal 2011: avere chiuso le porte del futuro al carbone, non più ritenuto in linea con i programmi di sviluppo del territorio auspicando che Enel trovasse soluzioni produttive all’avanguardia in tema produttivo ed ambientale”.