Gualdo Tadino, il commissario degli usi civici dispone il sequestro dell’area Rocchetta
GUALDO TADINO – Sotto sequestro l’area dei pozzi Rocchetta. La decisione, che fa tremare i polsi e rischia di mettere in ginocchio un intero territorio, è arrivata dal Commissariato degli Usi civici di Roma. Il sequestro verrà effettuato nelle prossime ore. Il problema è la “compressione nel godimento degli usi civici e irregolarità procedimentali” sulla concessione da poco rinnovata. Nessun problema di continuità della produzione perché il provvedimento riguarda il terreno e non le opere. Custode giudiziale è stata nominata la presidente Catiuscia Marini, a guida dell’ente che ha emanato la proroga delle concessioni incriminate. Controllato e controllore.
Un fatto che ha del clamoroso e che fa rincorrere la parola “sconvolti e perplessi” da parte di tutti i protagonisti.
Intanto c’è chi chiede la testa del sindaco Massimiliano Presciutti e della giunta comunale come il Movimento 5 stelle.
“E’ opportuno ricordare – spiega la consigliera Stefania Troiani – che fin dalle prime osservazioni sul progetto “Oasi Rocchetta”, presentate in data 27/11/2014, Prot. 25754, evidenziammo la necessità di: “effettuare un’accorta ricognizione storica dei fondi, ripristinare la legalità in tutta l’area tenendo conto degli usi civici, delle variazioni di destinazione d’uso, delle zone di rispetto, avendo come obiettivo primario e prioritario la tutela dell’ambiente e della collettività secondo le normative vigenti; istituire un tavolo di confronto tra Amministrazione Comunale e Comunanza Agraria in cui vengano delineati gli obiettivi da raggiungere ed i percorsi da tracciare per la risistemazione di tutta l’area interessata dal dissesto nell’interesse della collettività; addivenire ad un accordo con l’azienda Rocchetta SpA per il ripristino e la messa in sicurezza dell’area, atto dovuto in virtù della LR 22/2008”. Nulla di tutto ciò è stato fatto: da parte di Sindaco e Giunta non c’è stata nessuna consapevolezza di una realtà giuridica tutt’altro che arcaica, come dimostrano le numerose sentenze della Corte Costituzionale e anche la recente legge 168/2017 approvata dal Parlamento. Diverse sono state in questi anni le occasioni di confronto politico sulla questione: Consigli Comunali, Commissioni, Conferenze dei capigruppo ed innumerevoli interrogazioni, ma la nostra voce è stata sempre inascoltata, se non derisa o sbeffeggiata. Nella dimensione degli assetti fondiari collettivi, il rapporto comunità – terra non è riconducibile all’emungimento sconsiderato di un forziere di ricchezza, ma è un rapporto complesso, un legame forte, non solo economico, ma spirituale e culturale, in cui l’uomo ha il DOVERE di tutelare e valorizzare un patrimonio da trasmettere alle generazioni future. C’è quindi anche una grande attenzione verso la dimensione ambientale”.
“Le amministrazioni comunali che si sono succedute dal 1976 ad oggi, TUTTE, hanno dimostrato chiaramente la loro incapacità a gestire un patrimonio così rilevante – prosegue la Troiani – L’attuale amministrazione non ha fatto, parimenti, nessuno sforzo di comprensione, ma, anzi, ha sbeffeggiato e deriso i soggetti che hanno tentato di affrontare l’argomento in altro modo; ha, ostinatamente e senza segni di discontinuità col passato, perseverato nel madornale errore di procedere con atti palesemente contrastanti con tale realtà giuridica. Ha tentato, anche con discutibili azioni mediatiche, di cancellare la forza e l’effettività del diritto, svalutando il territorio e la sua appartenenza collettiva, come dimostra anche la situazione creatasi presso la cava di Sascupo – Rigali. Si è data, in definitiva, la priorità agli interessi economici di pochi piuttosto che alla collettività, senza capire che, al contempo, si stava danneggiando anche l’azienda Rocchetta SpA; si è proceduto calpestando norme, codici, direttive, sentenze, e questo, secondo noi, è imperdonabile. Sindaco e Giunta, con il loro agire supportato dai gruppi politici di maggioranza, non solo non hanno svolto quel ruolo di mediazione tra i vari interessi in gioco e le varie istanze che un amministratore dovrebbe compiere, ma hanno piuttosto acuito le tensioni ed i conflitti tra i cittadini, esasperati dalla drammatica situazione economica e sociale che il nostro territorio sta vivendo, eludendo al contempo anche i principi cardine, di natura comunitaria, sul libero mercato, che prevedono procedure ad evidenza pubblica, procedure che avrebbero potuto portare benefici enormi alla nostra comunità. E’ per queste ragioni che il M5S chiede con forza un atto di onestà politica ed intellettuale da parte dell’attuale amministrazione: si ammetta la totale incapacità ed il fallimento nella gestione di una questione così rilevante per il nostro territorio e per il futuro della nostra comunità rimettendo il mandato ai cittadini, che sapranno valutare l’operato fin qui prodotto”.