Gubbio cultura, via libera alla liquidazione
GUBBIO – Il consiglio comunale di Gubbio ha votato la liquidazione della Gubbio Cultura e Multiservizi. Il tutto dopo più di 10 ore di consiglio comunale, caratterizzato da una profonda tensione. Con la maggioranza ha votato il consigliere di Centrodestra Francesco Gagliardi. Pd e Prc – Gubbio Libera sono usciti dall’aula. “Due partiti che hanno amministrato questa città dal 2001 al 2013 – dicono i Liberi e democratici – e dunque gestito questa società, non si assumono neanche la responsabilità di partecipare al voto. I consiglieri comunali del Pd e il consigliere Lupini, rappresentante della sinistra estrema eugubina, escono dall’aula e non si prendono neanche la responsabilità di votare contrario alla proposta di delibera della Giunta o astenersi. In altre epoche sarebbe venuto giù Palazzo Pretorio”.
“Ritengo di aver compiuto una scelta responsabile – dice Gagliardi – Ho votato a favore della messa in liquidazione della società, dopo aver incassato dal sindaco la condivisione, sua e della giunta, su sei delle otto richieste avanzate nelle scorse settimane. Sull’ipotesi della ricapitalizzazione, invece, rimangono ampi margini di discussione per i mesi a venire. Sono soddisfatto e sono fiducioso sui prossimi passi che dovranno essere compiuti nella direzione della salvaguardia dei servizi e della tutela dei lavoratori. Nella discussione consiliare, ho tenuto a distinguere il passato dal futuro. Sul primo, credo di non avere risparmiato giuste critiche alla politica, anche quella di Stirati. Da almeno un anno. Sul secondo, ho chiesto un deciso cambio di passo rispetto al presente: potenziamento dei servizi, stretto giro di vite alle consulenze dispendiose, maggiore controllo da parte del Consiglio Comunale. Il mio voto favorevole vuole “tenermi in partita” nelle scelte che dovranno essere compiute, d’ora in avanti. Nella consapevolezza di poter offrire un valido contributo per il salvataggio della società”.
L’uscita al momento del voto, rendono noto i consiglieri del Pd, è invece dovuta al fatto che ci sono “pochissimi elementi per valutare una delibera che non assicura per niente le aziende creditrici, compreso il Comune di Gubbio, non assicura i dipendenti e chi ne farà le spese saranno i cittadini. Non possiamo perpetrare una fiducia, a scatola chiusa, ad un sindaco che per due anni non ha provveduto a ricapitalizzare come indicato dall’amministratore e dal revisore dei conti. Non è stato, inoltre, accettato il nostro emendamento per fare chiarezza sugli aspetti finanziari e sui bilanci della società partecipata. Restiamo vicini ai dipendenti e ci batteremo perché questi non perdano il proprio posto di lavoro, e procederemo per fare chiarezza anche dal punto di vista contabile amministrativo”.