“La consiliatura dei regomaneti”: il consiglio approva nuove norme su case popolari e affido familiare
CITTA’ DI CASTELLO – C’è chi l’ha definita la consiliatura dei regolamenti: nella seduta di ieri, lunedì 4 marzo 2019, il consiglio comunale di Città di Castello ha approvato due nuovi regolamenti, con i quali il numero dei testi aggiornati dall’inizio della legislatura sale a 9. Il primo riguarda l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblico e il secondo l’affido familiare.
Regolamento case popolari. Approvato a maggioranza dal consiglio comunale di Città di Castello di lunedì 4 marzo 2019, con il no di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia e l’astensione di Tiferno Insieme, Castello Cambia e Movimento Cinque stelle 3, il nuovo regolamento per l’assegnazione di alloggi di edilizia popolare, presentato nelle sue novità soprattutto alla luce della legge regionale, dall’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini: “Il testo è stato oggetto di un approfondito dibattito in commissione e in sintesi abbiamo lavorato per potenziare i fattori di equità e di ponderazione, anche grazie al contributo di tutte le forze politiche. È stata stralciata la mobilità, oggetto di un regolamento autonomo e approvato qualche mese fa. Siamo intervenuti sull’articolo 3, relativo ai criteri per la determinazione dei punteggi collegati a particolari disagi aggiuntivi di quello economico, all’articolo 7 e 14 relativi alla formazione della graduatoria. Nei punteggi aggiuntivi sono stati previsti massimo 4 punti che il comune può assegnare in caso di figli fiscalmente carico fino a 26 anni, perdita del reddito da lavoro, tempo di residenza del nucleo familiare: chi ha 15 anni continuativi può ottenere il massimo del punteggio. L’articolo 14 distribuisce in uno stesso condominio il 50% a nuclei con cittadinanza italiana, 50% ad extracomunitari e 20% per disabilità. Per il resto l’attribuzione dei punteggi è fatta da un programma della Regione Umbria. Il comune verifica se il form sia compilato correttamente e se le affermazioni sono fededegne; quindi vengono trasmesse all’ente superiore. La commissione comunale interviene nei ricorsi e comunque dalla formazione della graduatoria definitiva in poi. Gli elementi che modificano la graduatoria sono soprattutto il reddito, la tipologia di alloggio e la numerosità”. Prima del dibattito, il consiglio ha esaminato gli emendamenti presentati dalla Lega, relativi in particolare all’accertamento dei redditi all’estero dei richiedenti, e di Tiferno Insieme su ricorsi e incompatibilità. Le proposte di modifiche non hanno superato l’esame dell’aula.
Nelle dichiarazioni finali, Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Forza Italia, ha detto che “Nell’attuale graduatoria bisognava arrivare al 27° posto per trovare un italiano. La legge regionale è molto vincolante. I criteri sono soglia demografia e sovrappopolamento. Nella prossima graduatoria ci saranno pochi cambiamenti, invece la prossima Amministrazione regionale auspico che cambi la legge. Questa non mi convince. Sassolini ha parlato di “un passo in avanti. C’è il tentativo di offrire ai residenti da generazioni di accedere agli alloggi popolari ma non è sufficiente, perché deve rispettare la legge regionale. C’è anche il problema della ghettizzazione, su cui il regolamento interviene. Anche sulle soglie Isee è stato accettato un mio suggerimento. Tuttavia non è abbastanza”. Giovanni Procelli, capogruppo della Sinistra, ha detto che “questo argomento è stato discusso in commissione Servizi da me presieduta. Ringrazio l’estensore, il responsabile dell’Ufficio Edilizia Pubblica e l’assessore”. Marco Gasperi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, ha detto che “non essere interessato al nome degli assegnatari o alla residenza, il problema è che tutti faranno domande perfette, gli uffici i controlli ma poi qualcuno ci segnalerà situazioni in cui i criteri sono disattesi. Non c’è interesse nel creare un circolo virtuoso. Maggiori controlli”. Vincenzo Burri, capogruppo di Castello Cambia ha parlato di “miglioramento nei punteggi collegati alla residenza. C’è una gestione diversa di queste politiche. Noi ci asterremo anche se il lavoro è stato fatto. Comunque non si possono comprare case popolari in mezzo alla zona industriale come accaduto per gli ultimi due acquisti a Città di Castello da parte di Ater. Erano quartieri che nessuno avrebbe comprato”. Vittorio Morani, capogruppo del Psi, ha parlato di una consiliatura “dei regolamenti. Abbiamo aggiornato le norme al passo con la legge regionale. La priorità è stata trasparenza ed equità in mancanza di disponibilità di alloggi. Ad oggi abbiamo 200 case e 150 famiglie in attesa. La Regione ha elaborato criteri su reddito e numerosità famiglie. Non bisogna concentrare le case. Abbiamo cercato di aiutare chi ha bisogno”. Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha ribadito il problema “della certificazione dei redditi all’estero. In Italia vale solo quanto dice l’Agenzia degli Entrate. Conta l’autocertificazione. Se passassimo dal consolato, nessun cittadino di origine straniera presenterebbe domanda, voto no”. Gaetano Zucchini, nella prima dichiarazione da esponente del Gruppo Misto, ha ringraziato l’assessore Bassini “per il lavoro svolto e per l’impegno sul fronte dei servizi anche con poche risorse. I numeri parlano chiaro: 200 case assegnate e 150 che aspettano. Lo sforzo fatto è onesto. Il regolamento adottando punteggi ulteriori cerca di dare maggiori risposte. I controlli devono essere aumentati. Voterò a favore”. Francesca Mencagli, capogruppo formale in quanto più votata del gruppo Pd, si è espressa favorevolmente.
Regolamento Affido. Più semplice il sì all’unanimità dato dal consiglio comunale subito dopo al regolamento sull’affido familiare per due zone, la 1, dove ricade Città di Castello capofila di entrambe, e la zona sociale 7 dell’Alto Chiascio. L’assessore Luciana Bassini ha illustrato l’atto, dicendo che “la nuova stesura aggiorna alla forma associata e alle nuove linee di indirizzo della Regione. La commissione ha garantito pari condizioni e diritti ai cittadini attraverso procedure omogenee. L’affido è un intervento a termine di aiuto e di sostegno per sopperire alle difficoltà di un bambino e della famiglia che non è temporalmente in grado di occuparsene. La famiglia affidataria cura il minore per un periodo definito nell’accordo o consensuale o tramite il Tribunale”. Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha parlato di “uno strumento importante e migliorativo. C’è un innalzamento dei contributi economici alle famiglie. Bene promuovere questa pratica e pubblicizzarla”. L’assessore: “Ci stiamo lavorando, spesso è l’unica possibilità per i minori”. Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha chiesto i costi: “Condivido l’affido ma non per scopo speculativo. L’affidatario non deve essere fonte di reddito per la famiglia”. Benedetta Calagredi, consigliere del Psi, ha definito il regolamento “molto articolato e dettagliato in particolare per aiutare le famiglie che si rendono disponibili all’affido con una nobile scelta. La speculazione non ce la vedo. Siamo favorevoli come Psi”. Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha detto che “il regolamento è eccellente e scaturisce dall’esperienza vissuta dal comune, ai primi livelli a carattere nazionale per i progetti che riesce a seguire. Non è speculativo, semmai i bambini in affido ne sono vittime”. Ursula Masciarri, consigliere del Psi: “ho una conoscenza personale dell’affido e le posso assicurare che c’è un grande lavoro dietro di tutti i servizi. Non è facile allontanare un bimbo dal nucleo originario. E’ spesso un atto d’amore incondizionato e il piccolo rimborso non è nulla rispetto a quello che si mette in gioco, al legame che si crea e che ad un certo punto viene meno. Dovremmo essere orgogliosi di votare questo atto”. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha preso le distanze da ipotesi di speculazione ma “l’incentivo alle famiglie è penalizzante rispetto all’affidamento in case famiglia. Adeguare questo contributo potrebbe aiutare ad espandere la rete”. “La difficoltà è trovare le famiglie. Dobbiamo lavorare su questo” ha detto l’assessore. Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha parlato di un regolamento di civiltà: “I minori a volte hanno bisogne di famiglie sane e ritengo che se ci fossero più soldi bisognerebbe darne di più. Lavoriamo sulle famiglie, alcune magari non possono per questioni economiche. Voterò sì”. Rigucci ha replicato: “Ho solo chiesto che quando fanno i controlli verifichino che non ci sia speculazione”. Vittorio Massetti, consigliere del Pd, ha detto che “il minore con l’affido trova una situazione migliore della sua famiglia d’origine”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha ribadito il sì del gruppo: “sono d’accordo con Sassolini, i minori affidati dal Tribunale hanno determinato una variazione di cassa in entrata notevole anche se la vera partita è di carattere sociale. Le famiglie dono 10, 15 in tutto il territorio. Dobbiamo incrementarne il numero”.