La Sinistra per Perugia all’attacco: “Unità per uscire dal declino”

PERUGIA – Un appello all’unità della sinistra, specificamente quella antiliberista, e una critica senza sconti al governo di Perugia per un rilancio di una città definita ormai in “declino”. Hanno le idee chiare e sono ben determinati i rappresentanti dell’associazione politico-culturale ‘La sinistra per Perugia’ che giovedì 4 gennaio hanno convocato al caffè Turreno una conferenza stampa per illustrare all’opinione pubblica quelli che secondo loro sono i problemi e le criticità che attanagliano il capoluogo umbro e i progetti che hanno in mente per risolverli. A intervenire sono stati il coordinatore Giuseppe Mattioli, Stefano Vinti, Daniele Paolucci e Mohammed Farrar.

“Perugia – ha esordito Vinti – ha perso la sua vocazione di città internazionale, aperta e accogliente, la sua vocazione di città innovativa, in campo urbanistico e produttivo, legata strettamente all’università e che indicava agli altri territori e alle altre città dell’Umbria i percorsi da effettuare per processi di modernità. Un declino segnato anche dalla perdita delle sue grandi fabbriche e da un aumento della precarietà del lavoro e del lavoro non qualificato che attraversa in maniera pesantissima i quartieri e il territorio di Perugia”. Un giudizio che si è allargato quindi anche al modello di sviluppo adottato non solo nei tempi più recenti. “È quel modello che noi definiamo – ha spiegato Vinti – delle quattro ‘c’: basato cioè su cavatori, cementieri, costruttori e centri commerciali e che implica un lavoro non qualificato e precario”. “Ciò di cui c’è bisogno – ha aggiunto Mattioli – è ridare vita ai capannoni produttivi”.

Gli esponenti de ‘La sinistra per Perugia’ hanno, quindi, puntato il dito sulle misure di bilancio adottate dalla Giunta comunale in risposta al richiamo della Corte dei Conti che aveva accertato uno squilibrio di cassa del bilancio cittadino. “È stato approntato un processo di dismissioni di fabbricati – ha detto Vinti –, terreni e gioielli della città che riteniamo del tutto sbagliato. Le dismissioni, per esempio, interessano anche le case popolari, in un momento in cui, invece, ne occorrerebbero di più, oppure la vendita del 70 per cento delle quote del Minimetro. Un errore secondo noi, poiché invece bisognerebbe portare a termine il progetto iniziale che prevedeva un collegamento dall’ospedale Santa Maria della Misericordia a Ponte San Giovanni e il cui completamento favorirebbe l’abbattimento del traffico e dell’inquinamento e inciderebbe positivamente sul diritto alla mobilità dei cittadini”.

Quindi la chiamata a raccolta delle forze di sinistra, dove per sinistra, è stato sottolineato, si intende quella antiliberista. “C’è il problema di una sinistra – ha affermato Vinti – che si divide a livello nazionale e, inevitabilmente, anche a livello locale. Dobbiamo ritorvare le ragioni dell’unità, costruire una piattaforma locale e una pratica alternativa alle forze politiche attualmente presenti in Consiglio comunale e rilanciare un’idea di città basata sulla solidarietà, sui servizi sociali, il lavoro qualificato, i beni comuni e la partecipazione. Per ridare la parola ai cittadini e ridare un ruolo e una funzione a Perugia capoluogo regionale”.

 

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