Lavorare in Europa? Per l’Itts Volta è una questione di curriculum
PERUGIA – Le scuole di istruzione superiore sono in grado di formare studenti con un profilo che corrisponda a quello richiesto dal mercato del lavoro europeo? Una domanda a cui l’Istituto tecnico tecnologico statale (Itts) ‘Alessandro Volta’ di Perugia vuole dare una risposta concreta attraverso la partecipazione al progetto transnazionale ‘MeMeVET, mechatronics and metallurgical Vet for sectors’ industries, cofinanziato dal programma Erasmus+ dell’Unione Europea. Per illustrarne tutti i dettagli, è stato organizzato un incontro, martedì 11 dicembre nella sede dell’istituto di Piscille, a cui hanno preso parte, per l’Itts Volta, il dirigente scolastico Rita Coccia, e Simona Lescarini, docente di Sistemi e automazione e responsabile del progetto rivolto ai ragazzi del quarto anno dell’indirizzo di ‘Meccanica, meccatronica, energia’, anch’essi presenti. Sono intervenuti, inoltre, Antonio Bartolini, assessore all’Istruzione e diritto allo studio della Regione Umbria, Claudia Committeri per la Camera di Commercio di Perugia, e alcuni rappresentanti delle aziende Concetti, Art Group e del mondo universitario perugino con il professore Paolo Valigi in rappresentanza del Dipartimento di ingegneria. Presente, infine, Stefano Bressan, direttore del consorzio Zona industriale di Padova (Zip), uno dei 15 partner del progetto in cui il ‘Volta’ figura come unico istituto scolastico italiano a essere coinvolto. Per quanto riguarda i Paesi, oltre all’Italia sono interessati Germania, Spagna, Slovacchia e Bulgaria. Partendo dal problema della mancanza di coordinazione tra gli Stati europei, da un punto di vista delle competenze e conoscenze richieste per lavorare in Europa nel settore della metalmeccanica e della meccatronica, l’obiettivo finale è quello di incrementare la mobilità di studenti e lavoratori e integrarli nel mercato del lavoro. Diversi gli step: si è cercato di lavorare per creare forti relazioni tra il mondo della formazione e le imprese, per identificare un curriculum e una formazione efficace (da qui VET, vocational education and training) ‘calati’ sulle esigenze del mercato del lavoro: come emerso dall’incontro, infatti, i settori metalmeccanico e meccatronico rappresentano il 20 per cento della forza lavoro dell’Unione Europea. Su questa base verranno erogati percorsi formativi e sarà anche sviluppata una carta elettronica (e-card) nella quale saranno elencate tutte le abilità acquisite.
“Siamo a metà del percorso – ha spiegato Bressan –. Il progetto dura due anni e nel primo abbiamo avuto modo di capire quali sono le criticità e trovare un riscontro positivo da parte di imprese e mondo formativo. Abbiamo accertato che le aziende hanno bisogno di forza lavoro in questi settori anche se ci sono situazioni diversificate nei vari Paesi”. “Stiamo costruendo un curriculum europeo per i nostri studenti – ha affermato Coccia – cosicché le loro competenze di meccatronica possano essere spese in tutta l’Unione. Chiaramente questo interessa anche le aziende del territorio umbro, che io ringrazio per la grande partecipazione e presenza all’interno della scuola, perché tramite loro noi riusciamo a tenere il curriculum dei nostri studenti sempre aggiornato”. “Il mercato del lavoro – ha dichiarato Lescarini – ha carenza di tecnici qualificati. C’è bisogno di ragazzi in grado di muoversi tra piccola progettazione, schemi, disegni e normative. Dai nostri sondaggi abbiamo riscontrato come le aziende siano preoccupate per il futuro perché il gap tra domanda e offerta sarà ancora più profondo”. “Questo è un progetto ambizioso – ha concluso Bartolini – perché vuole creare un curriculum europeo uniforme. La meccatronica è un campo di ottimo livello in Umbria e questo rappresenta un motivo per avere più sviluppo”.