Lavoro, illeciti e sanzioni per il contratto di somministrazione. Convegno dei consulenti del lavoro
PERUGIA – “L’obiettivo è di continuare nel percorso di confronto, intrapreso da qualche anno, tra consulenti del lavoro, organi di vigilanza ed imprenditori, al fine di mettere in campo buone pratiche di comportamento condivise ed esenti da contestazioni e controversie”. Lo ha sottolineato Roberto Girolmoni, presidente dell’Associazione giovani consulenti del lavoro di Perugia, durante un incontro formativo, che si è svolto nella sede dell’associazione, venerdì 23 febbraio. A fare chiarezza su alcuni aspetti e sulle sanzioni inerenti il contratto di somministrazione del lavoro, è stato l’ispettore del lavoro di Perugia, Gaetano Battaglini. “Se c’è un illecito amministrativo – ha specificato Battaglini –, la sanzione amministrativa è pecuniaria (cinquanta euro a lavoratore e per ogni giorno di lavoro) e può arrivare a 5mila euro. Multa che viene erogata sia all’utilizzatore che al somministratore”. Il lavoro somministrato, ex lavoro interinale, è un contratto in base al quale l’impresa (utilizzatrice) può richiedere manodopera ad agenzie autorizzate (somministratori) iscritte in un apposito albo tenuto presso L’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive lavoro). La somministrazione di lavoro coinvolge tre soggetti, agenzie, lavoratori ed impresa, legati da due diverse forme contrattuali: il contratto di somministrazione stipulato tra utilizzatore e somministratore che ha natura commerciale e può essere a tempo determinato o indeterminato e il contratto di lavoro stipulato tra somministratore e lavoratore che può essere sia a tempo determinato che indeterminato. Proprio ultimamente durante delle ispezioni si sono verificate, anche in Umbria, delle anomalie: l’utilizzo di agenzie interinali straniere, soprattutto della Romania, non iscritte nel registro, che aprono un’unità locali in Italia, chiedono l’iscrizione alla Camera di commercio, cui rilascia la partita iva e con questa chiedono il riconoscimento al Ministero del lavoro. “La normativa europea obbliga a riconoscere le agenzie interinali che si trovano nell’area comunitaria – ha precisato Battaglini –, ma l’Anpal, deputata alla verifica dei requisiti obbligatori, ha notato che la fideiussione di 350mila euro risulta non versata, perché queste agenzie nel loro paese di origine hanno messo da parte una somma intorno ai 7mila euro. In questo caso la sanzione arriva sia all’utilizzatore italiano che al somministratore rumeno. E, in alcuni casi, è stato anche accertato che non sono stati pagati i contributi ai lavoratori, determinando che l’onere si riversi interamente a carico dell’utilizzatore”. Altre anomalie sono state riscontrate, infine, anche nei cantieri della ricostruzione di Campi e Ancarano (Norcia) e segnalate dall’Anac: presenza in loco di ditte non autorizzate, assenza di autorizzazioni al subappalto, mancata verifica dei requisiti generali delle aziende.