L’Azerbaigian fa conoscere all’Umbria le opportunità per le imprese
PERUGIA – Prosegue la serie di eventi e seminari organizzati dalla rivista Scenari Internazionali, finalizzati all’approfondimento della conoscenza di aree e regioni del mondo sempre più dinamiche sul piano economico, commerciale e infrastrutturale. Venerdì 16 marzo saranno le relazioni con l’Azerbaigian il tema centrale dell’incontro dal titolo ‘Italia-Azerbaigian: energia e non solo. Partnership strategica in evoluzione’, in programma al Sangallo Palace Hotel di Perugia, in via Masi 9, alle 16.
Il capoluogo umbro avrà l’onore di ospitare direttamente da Roma l’ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia Mammad Ahmadzada e Manuela Traldi, presidente della Camera di commercio Italia-Azerbaigian (Itazercom). L’incontro, introdotto e moderato dal direttore responsabile di Scenari Internazionali Andrea Fais, vede anche la cortese partecipazione di Umbria Export, agenzia per l’export e l’internazionalizzazione di Confindustria Umbria, rappresentata per l’occasione dal direttore Enzo Faloci.
Con la Dichiarazione congiunta ratificata nel 2014 in occasione della visita a Roma del presidente azero Ilham Aliyev, Italia e Azerbaigian hanno definito il loro partenariato strategico bilaterale, completando un percorso di progressivo avvicinamento diplomatico, economico, commerciale e culturale iniziato nel 1992, circa un anno dopo la dichiarazione di indipendenza della nazione turcofona dall’Urss.
“Da tempo, ormai – spiega Fais –, il nostro Paese è saldamente in testa nella lista dei partner commerciali stranieri dell’Azerbaigian, superando persino Russia e Turchia. Questo è avvenuto per effetto dell’elevato import italiano di prodotti energetici dal Paese caucasico, ma non solo. In Azerbaigian, infatti, cresce a un ritmo impressionante il settore non-oil e, con esso, aumentano le opportunità per le nostre imprese di individuare nuove aree di investimento, mentre sullo sfondo internazionale procede a passo spedito il progetto Tap, che permetterà al nostro Paese, e più in generale all’Unione Europea, di diversificare le sue fonti energetiche”.