M5s all’ attacco su vicenda Coop Centro Italia. Carbonari e Liberati: “Si finge che tutto sia normale, ma aleggiano palpabili conflitti di interesse”
“Ora che il disastro è di fatto compiuto, si chiedono i danni”: raramente abbiamo letto incipit altrettanto calzanti. Parliamo dell’articolo de Il Sole 24 Ore del 14 agosto, a firma Fabio Pavesi, relativo all’intempestiva richiesta giudiziale di risarcimento danni contro MPS e Consob da parte di Coop Centro Italia. Eppure noi, purgati da sgangherati censori, nella consueta inerzia degli organi di controllo sulle Coop, lo dicemmo e ripetemmo già svariati mesi fa. Presentammo atti in Regione, regolarmente dichiarati ‘inammissibili’ e neppure protocollati oppure giacenti ‘all’esame dell’Ufficio di presidenza’, duraturo inverno cui sono relegati gli atti ostili al regimetto umbro.
Alla fine –il 26 luglio scorso- ci sono arrivati anche loro, quelli di Coop Centro Italia, con una denuncia inoltrata direttamente al Tribunale di Firenze.
L’impossibilità di parlare per tempo e in Aula della situazione finanziaria di Coop Centro Italia, in particolare nel rapporto con le banche politicamente contigue, così come l’obbligo di tacere sui relativi rischi occupazionali, è frutto non soltanto del peso del gigante rosso in Umbria, ma naturalmente è causato anche dall’ingombranza politica di Catiuscia Marini, presidente di Regione e dirigente in aspettativa da Legacoop Umbria, organizzazione dei datori di lavoro delle coop.
Si finge che tutto sia normale, ma aleggiano palpabili conflitti di interesse, con evidenti distorsioni a carico dell’intera economia regionale.
Peraltro proprio nell’organismo direttivo di Legacoop Umbria, formato da 60 persone, Coop Centro Italia riveste ruoli determinanti, con oltre 20 propri rappresentanti: ebbene, poteva Catiuscia Marini, di fatto garante politica di questo sistema, favorire il dibattito democratico? Certamente si sarebbe conosciuta la vera storia di alcuni reiterati e fallimentari investimenti dell’eterna gestione di Giorgio Raggi, nonché di compagni e compari vari. Così, in Regione Umbria, nessuna nostra richiesta di discussione sul tema Coop Centro Italia è stata fin qui accolta.
Adesso leggiamo di come, a buoi scappati, Coop Centro Italia intenda chiudere la stalla: davvero geniale, sì! Peccato che, pure nel 2014, costoro abbiano investito decine di milioni in una banca certo politicamente vicina, ma già notoriamente decotta: a fronte di quali contropartite? A fronte di quali scambi?
Il Sole 24 Ore delinea alcune ipotesi, ma molto si ignora. In tale caos, i soci-risparmiatori rischiano di perdere quote consistenti del capitale investito.
A questo punto –di non ritorno- crediamo necessario che:
il Ministero dell’Economia avvii un’ispezione straordinaria su Coop Centro Italia, accertando l’effettività dei requisiti mutualistici e le eventuali responsabilità degli amministratori Coop. E che Legacoop, quale organo istituzionalmente deputato alla vigilanza, sia tenuta debitamente fuori dai controlli, visto lo stridente conflitto di interessi;
i soci Coop Centro Italia vengano puntualmente informati dello stato finanziario aziendale, evitando di leggerne soltanto dai giornali durante le settimane balneari di agosto;
Presidente e vicepresidente del CdA Coop Centro Italia si presentino subito doverosamente dimissionari. In questa situazione è doveroso che Giorgio Raggi rinunci a possibili ricche buonuscite.
Il M5S ribadisce la necessità di discutere in Aula gli atti di sindacato immotivatamente censurati mesi fa, auspicando massima trasparenza per il futuro di Coop Centro Italia e dei suoi lavoratori. Non vorremmo infatti che ora, nell’impossibilità di giocare con la finanza e nell’incapacità di guadagnare a sufficienza con la GDO, qualcuno tornasse all’antico, tramite opache quanto improbabili speculazioni immobiliari, da Collestrada in giù.
Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari -M5S Regione Umbria