Metalmeccanici: per la Fiom in Umbria permane una situazione di grandi incertezze
È una “sfida a voltare davvero pagina” quella che la Fiom Cgil lancia anche in Umbria alle sue controparti per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori metalmeccanici delle aziende aderenti a Federmeccanica.
“Ci presenteremo al tavolo con la nostra piattaforma che abbiamo costruito sul territorio, anche qui in Umbria, attraverso una intensa campagna di assemblee nei luoghi di lavoro (circa 80 quelle svolte in regione)”, hanno spiegato oggi in una conferenza stampa Claudio Cipolla, segretario generale della Fiom Cgil di Terni e Maurizio Maurizi, segretario generale della Fiom di Perugia. Una modalità nuova per costruire una piattaforma, “non più calata dall’alto e poi validata dalla base, ma costruita insieme, attraverso suggerimenti, ordini del giorno, idee che sono emerse nel corso delle assemblee”.
La proposta della Fiom parte dalla constatazione della situazione attuale per il settore, che arriva da 6 anni di continuo indebolimento, con cali molto consistenti della produzione, dell’occupazione e degli investimenti. Non della produttività però – hanno osservato i dirigenti Fiom – che al contrario è aumentata, sostanzialmente grazie al sacrificio dei lavoratori e alla riduzione del costo del lavoro. Una situazione “molto articolata”, in cui persistono “grandi incertezze sia sulle prospettive future che sulla stabilità attuale”.
Ecco perché, anche sull’aumento contrattuale, la Fiom propone di fare un passo in avanti, introducendo la contrattazione annuale degli aumenti (e non più triennale come è attualmente), per poter meglio tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori. Per il 2016 la richiesta è di un aumento lordo delle retribuzioni del 3%, che per un V livello significherebbe 52 euro lordi in più in busta paga.
Oltre a questo, nella piattaforma della Fiom si chiede di restituire vero potere contrattuale alle Rsu, fortemente indebolite negli ultimi anni; di intervenire sull’orario di lavoro anche con l’obiettivo di creare e redistribuire l’occupazione; di detassare gli aumenti salariali, anziché gli straordinari; di limitare gli effetti negativi del jobs act, ad esempio in materia di video sorveglianza; di creare maggiori garanzie per i lavoratori degli appalti, attraverso l’introduzione di clausole di salvaguardia; e ancora, di rafforzare e allargare gli istituti del welfare contrattuale.
La partita si aprirà ufficialmente il 5 novembre, data fissata per il primo confronto tra Federmeccanica e le controparti sindacali e anche l’Umbria sarà presente a quel tavolo, con il segretario generale della Fiom di Terni, Claudio Cipolla, e il coordinatore Fiom della Rsu di Tk Ast, Stefano Garzuglia. Poi, grazie alle nuove regole sulla rappresentanza, si aprirà un percorso democratico, che consentirà l’approvazione di un accordo solo se siglato da organizzazioni rappresentative del 50% più uno dei lavoratori. Ma ai lavoratori spetterà poi comunque l’ultima parola, attraverso un referendum che dovrà approvare l’accordo raggiunto al tavolo.
Un percorso lungo, dunque, che la Fiom Cgil si prepara ad affrontare anche in Umbria attraverso un coinvolgimento continuo dei lavoratori interessati. Per questo la piattaforma, già frutto – come detto – della partecipazione nelle assemblee nei posti di lavoro, sarà comunque sottoposta ad un referendum confermativo tra i lavoratori, entro la metà di novembre. “È evidente – hanno sottolineato Cipolla e Maurizi, rivolgendosi ai metalmeccanici umbri – che se la nostra proposta incontrerà l’approvazione di un numero importante di lavoratori, allora la posizione della Fiom al tavolo con Federmeccanica sarà più forte”. Stessa ragione per cui il prossimo 21 novembre i metalmeccanici della Cgil, anche dall’Umbria, raggiungeranno Roma per dare vita ad una grande manifestazione nazionale. Una giornata di mobilitazione per il contratto, ma anche per contrastare i provvedimenti del governo Renzi, dal jobs act alla legge di stabilità, passando per le pensioni, che continuano a peggiorare – accusa la Fiom – la condizione di lavoratori e cittadini italiani.