Monte Castello di Vibo, la storia del castello di Doglio raccontata in un libro di Filippo Orsini
MONTE CASTELLO DI VIBIO – Verrà presentato sabato 10 agosto alle ore 17,30 a Doglio di Monte Castello di Vibio il libro: “Il castello di Doglio, architettura, famiglie, chiese e territorio“scritto da Filippo Orsini(direttore dell’archivio storico del Comune di Todi) con il contributo dell’archeologo Valerio Chiaraluce e del parroco Mons. Nello Bertoldi.
La presentazione sarà tenuta da Mario Squadroni, docente di archivistica presso l’Università degli Studi di Perugia, già Soprintendente Archivistico per l’Umbria. Interverranno inoltre il Sindaco di Monte Castello di Vibio Daniela Brugnossie Pietro Capociuchi, presidente dell’Associazione S.Antonio da Padova che ha promosso la pubblicazione.
L’opera, attraverso una serie di specifiche ricerche archivistiche, ripercorre l’articolata storia del castello di Doglio, antico insediamento del contado tuderte posto al confine fra i territori di Perugia e di Orvieto, fortificato nel medioevo dal comune di Todi da cui dipese per lunghi secoli per poi passare, successivamente, in epoca napoleonica, sotto il controllo del comune di Monte Castello.
Un’abbondante serie di documenti concorre a ricostruire tutte le fasi storiche del castello anche attraverso la lettura dei processi giudiziari, degli atti notarili, civili ed ecclesiastici che interessarono le sue famiglie ed i suoi abitanti, le sue chiese ed il suo territorio, restituendo così un nitido vissuto quotidiano.
Un dettagliato panorama sui rinvenimenti archeologici nel territorio circostante contribuisce a fissarne le origini compresa l’etimologia del nome, dall’antico Dolium (contenitore di terracotta di grosse dimensioni).
Il testo si arricchisce, inoltre, della testimonianza del parroco del paese, Mons. Nello Bertoldi, che ricostruisce le fasi, che fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, hanno portato alla realizzazione dell’attuale chiesa parrocchiale del SS. Salvatore.
Un inedito apparato fotografico, ricavato dall’archivio di Massimo Loria, infine, riconduce il lettore nel secolo trascorso facendo rivivere volti e avvenimenti del borgo.