Nocera Umbra, la comunità ricorda il sacrificio di Sbarretti
NOCERA UMBRA – Si rinnova come ogni anno per la comunità di Nocera Umbra e per l’Umbria intera il ricordo di Fulvio Sbarretti, uno dei carabinieri “Martiri di Fiesole” che si consegnarono ai Nazisti per salvare la vita di dieci ostaggi innocenti. La celebrazione si è tenuta di fronte al monumento in suo onore, costruito nella frazione di Bagnara, quella che gli ha dato i natali.
Ad onorarlo il Comandante della Legione Carabinieri Umbria, generale di brigata Roberto Boccaccio e molti altri rappresentanti dell’area, il vice comandante del Csrne di Foligno, il colonnello Angelo Tebaldi, il vice questore aggiunto del Commissariato di Foligno, il dottor Bruno Antonini e altre autorità civili e militari. Come ogni anno è stato presente il fratello di Fulvio, Pasquale, ma anche i famigliari di Augusto Renzini e Andrea Angelucci, altre due medaglie d’oro al valore militare e civile. C’erano poi sezioni dell’Associazione nazionale carabinieri in congedo, la sezione Anpi 17 Aprile, rappresentanti della Forestale, dei Vigili del fuoco, della polizia municipale, della Cri, dell’Avis, della Prociv comunale, associazioni del territorio, la banda musicale cittadina e consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. Motore della manifestazione, come sempre, la Comunanza agraria di Bagnara.
“Fulvio – ha detto il sindaco Bontempi – rappresenta uno dei simboli che resteranno impressi per sempre nella nostra città in un territorio attaccato ai valori veri della vita. Da lui i nostri figli possono trarre un grande insegnamento”. “Non posso che esprimere gratitudine per una comunità che ricorda il suo eroe. Chi è venuto qui – ha detto il generale Boccaccio – lo ha fatto per non far passare inosservata una giornata importante. Fulvio e gli altri martiri di Fiesole sono una testimonianza impareggiabile a cui dobbiamo ispirarci nel quotidiano”.
“Durante la dominazione tedesca – recita la motivazione della medaglia d’oro – teneva salda la tradizione di fedeltà alla patria, prodigandosi nel servizio ad esclusivo vantaggio della popolazione e partecipava, con grave rischio personale all’attività del fronte clandestino. Pochi giorni prima della liberazione, mentre già al sicuro dalle ricerche dei tedeschi, si accingeva ad attraversare la linea di combattimento per unirsi ai patrioti, veniva informato che il comando germanico aveva deciso di fucilare 10 ostaggi, nel caso non si fosse presentato al comando entro poche ore. Pienamente consapevole della sorte che lo attendeva, serenamente e senza titubanza la subiva, perché dieci innocenti avessero salva la vita. Poco dopo affrontava con stoicismo il plotone di esecuzione tedesco e al grido di viva l’Italia, pagava con la vita il sublime atto di altruismo. Fiesole 12 agosto 1944”.