Norcia, i monaci benedettini senz’acqua

NORCIA –  I monaci benedettini di Norcia da circa tre settimane sono senz’acqua: lo dice all’ANSA il priore, padre Benedetto Nivakoff. “La siccità e il terremoto che ha deviato alcune delle falde acquifere nel sottosuolo – spiega il religioso – hanno fatto restare a secco San Benedetto in Monte, dove oggi la comunità vive dopo che il sisma ha distrutto il nostro monastero dentro le mura della città”. Per ovviare al problema “ogni giorno dei volontari ci portano circa 1.000 litri di acqua, ma non è sufficiente per il fabbisogno di tutti,: in questo momento qui viviamo in 25, tra monaci e ospiti”. Del problema, il priore ha messo a conoscenza le istituzioni, “ma dobbiamo cercare una soluzione noi stessi: così stiamo pensando di realizzare un pozzo che possa soddisfare le nostre esigenze, anche se il problema maggiore è che il sisma ha deviato e modificato i giacimenti”. “Prima del terremoto – ricorda padre Nivakoff – qui a San Benedetto in Monte c’era davvero tanta acqua, ed eravamo costretti a mettere dei limitatori di pressione per quanto sgorgava con veemenza”. Un aiuto, oltre che dai volontari, potrebbe arrivare dalla pioggia:
“di sicuro questa siccità così prolungata – sottolinea il priore – contribuisce ad aggravare ulteriormente la situazione”.
Quello della modifica delle falde acquifere nel sottosuolo causata dal sisma è stato uno dei primi problemi emersi subito dopo la grande scossa del 30 ottobre scorso: una delle sue manifestazioni più evidenti fu la ricomparsa del fiume Torbidone, che si non vedeva più in superfice dagli anni Sessanta.

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