Opera di Santa Rita, Cgil e Uil replicano al vescovo: “Il contratto di solidarietà è applicabile”
Riceviamo da parte di Daniela Luzzi segretaria provinciale Fp-Cgil e Maurizio Molinari delegato Fpl-Uil e pubblichiamo: “No monsignor Boccardo, le cose non stanno proprio così. E la sua porta non è sempre aperta. Infatti, tutte le richieste di incontro per discutere ed affrontare la situazione, dall’agosto scorso in poi, erano indirizzate proprio a lei (e inoltrate per posta certificata). Ma lei non ci ha incontrati.
Non è solo di questioni tecniche che volevamo discutere, ma del futuro dei lavoratori e dell’Opera Santa Rita la cui importanza religiosa e di interesse per la comunità non ci è certo indifferente. Così come siamo anche consapevoli dell’impatto turistico, economico e sociale della struttura e del luogo che la ospita. Volevamo insieme a lei parlare delle disponibilità dei lavoratori a sacrificarsi non solo per salvare il posto di lavoro ma per rilanciare questa struttura. Di questo avremmo voluto discutere con Lei perché la cosa sta a cuore ai lavoratori, a noi sindacati, alla comunità di quei luoghi e di tutta la regione. È questione delicata che non può essere dequalificata e relegata a una discussione solo «tecnica».
Per questo la ringraziamo per la sua apertura ad incontrarci ed aspettiamo una sua convocazione. Anche perché siamo convinti e confidiamo nel fatto che le trattative ora prendano un andamento più fattivo e collaborativo e non debbano essere fatte sui giornali, ai quali ci siamo sentiti costretti a ricorrere proprio per il continuo tergiversare dell’ente su ogni nostra proposta, che ci fa pensare che l’interesse non è quello di risolvere il problema.
Non è vero che i lavoratori e i sindacati tornano indietro sulle loro proposte. Le abbiamo confermate in una risposta a una richiesta dell’ente inviataci via mail insieme alla pretesa di avere una proposta scritta che non è mai arrivata (strano modo da parte dell’incaricata dell’Opera di fare trattativa per mail, non trova?). Le abbiamo ribadite nella lettera aperta dei giorni scorsi e le ribadiamo oggi. Il contratto di solidarietà è applicabile, ed è solo con questo ammortizzatore sociale che può avvenire una riduzione oraria.
Per quanto riguarda i prepensionamenti ribadiamo che sono scelte individuali che non possono far parte del pacchetto accordo. È una ipotesi e basta. E comunque hanno bisogno di verifiche di fattibilità che richiedono tempi indipendenti dalla nostra volontà. Dai sindacati non avrà mai una lista in questo senso né ne è stata promessa una.
Ma, lo ripetiamo, speriamo di sederci attorno a un tavolo, questa volta tutti insieme e trovare una soluzione per porre fine all’angoscia di questi lavoratori che ora, per giunta, si sentono anche offesi dalle Sue dichiarazioni. Perché le bugie non si dicono, monsignore, lei lo predica.
I lavoratori non hanno mai pensato a riunirsi in cooperativa e rilevare la struttura. Ed è una bugia dire che non ci saranno licenziamenti. Anche il passaggio a una cooperativa presuppone un licenziamento. E con quali prospettive, visto che la cooperativa da voi proposta avrebbe applicato un taglio del 40% dello stipendio a fronte dello sesso orario lavorativo? Dove sarebbe il risparmio se non sulla pelle di queste persone?
Si sentono offesi perché si sta facendo ricadere sulle loro spalle la responsabilità delle difficoltà e perché dovrebbero essere gli unici a pagare per errori che non hanno commesso loro. Vogliamo considerare il fatto ce sono tre mesi che non percepiscono lo stipendio? Come mai questo non lo ha detto in conferenza stampa?
Fermiamoci, tutti, un momento a riflettere e ripartiamo, ognuno dalla sua parte ma con lo scopo unico di salvare l’Opera e ciò che rappresenta e insieme il lavoro delle persone, diritto inalienabile. Anzi, sarebbe bello coinvolgere questi lavoratori in un progetto di rilancio dell’Opera da condividere anche con le istituzioni locali che hanno dimostrato grande disponibilità. Consideriamo anche che siamo alla vigilia dell’apertura del Giubileo straordinario della Misericordia. Quale migliore occasione di rilancio della struttura per l’accoglienza dei tanti devoti di Santa a Roccaporena?
Un’ultima cosa. Le potremo sembrare inopportuni, ma noi sindacati ci saremo, a fianco dei lavoratori, fino in fondo”.