Ospedale di Terni, incontro per conoscere meglio la malattia di Parkinson

TERNI –  In occasione della Giornata Nazionale Parkinson, promossa dall’Accademia LIMPE-DISMOV (Accademia Italiana per lo Studio della Malattia di Parkinson e i Disturbi del Movimento) e dalla Fondazione LIMPE per il Parkinson ONLUS, il prossimo 28 novembre, dalle ore 11 alle 13, nell’aula A del Centro di formazione dell’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni si terrà un incontro pubblico in cui malati, familiari e chiunque sia interessato alla patologia potranno confrontarsi con i medici del centro Parkinson della struttura complessa di Neurologia diretta da Carlo Colosimo, che da più di 25 anni si occupa di questa malattia a livello nazionale ed internazionale, per avere informazioni su diagnosi clinica e genetica, aspetti neuropsicologici e sociali, terapie che possono aiutare a contrastarne i sintomi. L’insorgenza della malattia di Parkinson è determinata da fattori ambientali o genetici? Quali sono i sintomi premonitori e quali i fattori protettivi e di prevenzione? Quali le migliori terapie ad oggi disponibili per contrastarne il decorso?Numerose possono essere le domande intorno a quello che, dopo la malattia di Alzheimer, è il disordine neurodegenerativo più diffuso nella popolazione sopra i 60 anni con un tasso di incidenza che aumenta notevolmente con il crescere dell’età. In Italia la malattia di Parkinson colpisce circa il 2% degli over 65, in Umbria i malati sono circa 3mila. Il sintomo principale è costituito da un’alterazione del movimento volontario e automatico che diventa più lento e difficile e si associa spesso a rigidità e al caratteristico tremore. Le cause di sofferenza riguardano oltre la ridotta mobilità e le cadute, anche disturbi del sonno, perdita delle abilità, disturbi dell’affettività e delle emozioni, difficoltà relazionali  fino all’isolamento, con una consapevolezza quasi sempre lucida dei cambiamenti. Il tema portante dell’edizione 2015 della Giornata Nazionale Parkinson, presentata a Roma lo scorso 11 novembre con la presenza del campione olimpico Jury Chechi in veste di testimonial, è l’attività fisica come elemento fondamentale di prevenzionePraticare con regolarità un’attività sportiva di medio livello riduce del 43% il rischio di sviluppare la malattia nella popolazione e nei soggetti con Parkinson riduce del 70% il rischio di cadute (la causa che più spesso li porta al pronto soccorso) migliorandone anche l’umore. Da un lato, quindi, rimanere attivi il più a lungo possibile può prevenire il Parkinson, dall’altro l’impiego delle terapie più avanzate nell’ambito di un approccio multidisciplinare può contribuire a rallentare la progressione della malattia e a migliorare la qualità della vita in tutte le fasi di malattia.

 

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