Parco del Catria, Secondi (Pd): “Forti perplessità”
CITTA’ DI CASTELLO – In merito alla proposta di istituzione di un parco nazionale Catria-Nerone che coinvolge anche molti comuni umbri dell’Altotevere, Luca Secondi, responsabile regionale umbro del dipartimento Agricoltura del Partito democratico, ritiene di manifestare delle perplessità per una serie di rilevanti ragioni. “Risulta anomala – afferma Secondi – la procedura che non vede direttamente coinvolte le istituzioni regionali che di fatto sono responsabili del demanio, tanto che interventi di varie forze politiche e un’interrogazione del consigliere e vicepresidente dell’Assemblea legislativa Marco Vinicio Guasticchi chiedono informazioni in merito. Si ritiene che sia nella forma che nella sostanza la prassi seguita non risulta per nulla idonea. Anzi si scavalca il livello regionale per andare direttamente a una proposta parlamentare”.
“Per quanto riguarda il merito della proposta – prosegue Secondi –, anche questa risulta molto fumosa e, soprattutto, le criticità potenzialmente connesse destano preoccupazione. Va subito però chiarito che tutte le politiche di valorizzazione ambientale, turistica e paesaggistica sono sicuramente un fattore di sviluppo importante. Ma queste vanno conformate alle esigenze dei territori, con un profondo iter partecipativo e di analisi costi/benefici. I territori interessati da questa proposta non hanno un’omogeneità in tal senso. Inoltre, politiche di valorizzazione non possono andare in contrasto con le politiche di antropizzazione messe in campo anche dalla nostra Regione (vedi importanti bandi del Psr) per valorizzare le nostre realtà appenniniche e collinare, cercando di favorire la residenzialità e le imprese. Solo attraverso questi strumenti di recupero delle nostre campagne montane si riesce seriamente a tutelare il nostro patrimonio sia dal punto di vista idrogeologico che paesaggistico. Mettono sicuramente forti dubbi tutta una serie di vincoli e limitazioni che una scelta del genere comporta di conseguenza. Si ricorda che molte aziende agricole insistono su quei territori, il cui fatturato e legato alla gestione del bosco, alla rotazione colturale e alla zootecnia, ove vincoli particolari potrebbero incidere pesantemente sulla loro attività”. “Pertanto – conclude Luca Secondi – si ritiene di fermarsi nell’iter parlamentare intrapreso per permettere una valutazione più approfondita, un’analisi veramente tecnica, con una maggiore partecipazione dei territori e dei portatori d’interesse che vi insistono, e con la regione che deve esprimere un parere per legge. Probabilmente ci potrebbero essere soluzioni differenti rispetto all’istituzione di un parco per valorizzare anche in chiave ambientale i territori interessati, come reti di percorsi naturalistici. Si auspica quindi una riflessione sul tutto affinché scelte di questa portata non risultino un boomerang per il nostro territorio e soprattutto vengano evidenziate e preservate le esigenze delle diverse realtà territoriali coinvolte”.