Perugia, la Scuola superiore di Mediazione linguistica compie 40 anni
PERUGIA – Sempre più studenti (saliti da 45 a 100 all’anno negli ultimi 5 anni), aule, laboratori, cabine di simultanea, lingue insegnate e corsi di formazione professionale specifici. Con la percentuale di nuovi laureati che trovano rapidamente occupazione che ha raggiunto ormai l’80%. Sono numeri lusinghieri quelli della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Perugia, che si appresta a tagliare il nastro del suo quarantesimo Anno Accademico (la cerimonia è prevista come da tradizione a fine novembre e quest’anno si annuncia ricca di sorprese e ospiti). L’avvicinarsi del compleanno è l’occasione per tracciare un bilancio di queste prime 4 decadi di attività.
“Se vogliamo parlare dei momenti più importanti della nostra storia – esordisce Catia Caponecchi, che dell’Istituto perugino è direttore dal 2009 – non possiamo tralasciare il ricordo del Prof. Giampiero Rocca, che l’ha ideata e fondata nel 1976, e del Prof. Guido Sorignani, che l’ha diretta agli inizi”. Un’intuizione, nata nella Perugia degli anni ’70, che ha dotato il capoluogo di una struttura formativa di eccellenza altamente professionalizzante, in grado di affrontare oggi le sfide del nuovo millennio con il piglio di una città multietnica e aperta alla contemporaneità. “In tutti questi anni si sono laureati con noi oltre 2000 studenti – prosegue – che si sono poi affermati come interpreti, traduttori, consulenti aziendali e liberi professionisti in Italia e in Europa, perché il nostro è un titolo di studio universitario valido in tutta l’Unione”. Aperti verso il mondo ma con le radici saldamente legate all’Umbria, “dato il rapporto che sin dalla fondazione ci lega alle più importanti realtà economiche del territorio, da sempre partner privilegiati sia durante l’attività didattica, con stage e tirocini, sia come sbocco occupazionale per i laureati”.
E a proposito di Umbria, il sogno nel cassetto, ora, è quello di poter proporre un corso di laurea specialistica, “perché sono tanti gli studenti che dopo essersi laureati alla triennale sono ancora costretti a lasciare la regione o ad abbandonare gli studi. Grazie anche al lavoro che stiamo portando avanti in questi anni insieme a Sabrina Donati, responsabile di segreteria, abbiamo potuto avanzare la richiesta al Miur – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, e attendiamo fiduciosi una risposta”. Un risultato che sarebbe la classica “ciliegina sulla torta” di un percorso ricco di soddisfazioni. “In un’epoca storica in cui, purtroppo, tante realtà formative anche importanti sono costrette a ridimensionarsi, se non proprio a chiudere – conclude Catia Caponecchi – ci inorgoglisce aprire questo quarantesimo anno di attività annunciando di aver ampliato gli spazi per gli studenti, con nuove aule e laboratori. La scelta dell’organico docenti è sempre più meticolosa e di qualità, le lingue insegnate continuano ad aumentare e per il secondo anno abbiamo dato inizio al corso di formazione professionale per Interpreti giudiziari”.