Perugia, l’Onaosi non lascia la città

PERUGIA – L’Onaosi non lascia ma anzi, raddoppia. Il presidente della Fondazione, aprendo l’anno di studi 2015 – 2016, lo ha detto chiaro e tondo, smentendo qualsiasi tipo di polemica: “Non si è mai parlato di portare via la sede da Perugia”, ha detto il presidente Serafino Zucchelli nel suo intervento, ribadendo l’importanza e la centralità di Perugia per l’Ente. Ospite d’onore dell’iniziativa don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione Libera.  Parole, quelle del presidente Onaosi, testimoniate dai fatti: importanti gli investimenti in cantiere. Al centro di via della Cupa è partita la ristrutturazione di ulteriori 30 camere, per un costo di 800 mila euro. Sul Collegio unico di Elce si sta ragionando per una eventuale ristrutturazione o ricostruzione ex novo. Per il progetto migliore l’Onaosi è ricorso ad un Concorso di idee per un investimento fino a 20 milioni di euro. Entro il mese ci saranno i vincitori.

L’occasione è stata anche utile per fare il punto della situazione sulle attività dell’Opera nazionale assistenza orfani sanitari italiani, allo scadere della consiliatura del presidente Zucchelli. In questi anni sono stati quattromila gli assistiti a domicilio, strutture in dieci città italiane. Nel bilancio di questi anni sono aumentati i fondi per l’assistenza da 16,5 milioni a 18,7; l’istituzione di un fondo per contribuenti fragili di 500 mila euro l’anno; l’istituzione di un fondo per figli disabili di 300 mila euro l’anno; il raddoppio del premio di laurea; l’aumento del fondo per soggiorni di studi all’estero da 150 mila a 200 mila euro; l’apertura di un Centro Formativo a Napoli, di uno a Milano. L’Onaosi ha lavorato e sta lavorando poi ad una profonda riduzione dei costi, con una razionalizzazione importante del personale.

Oltre al saluto del sindaco Romizi, c’è stato il toccante intervento di don Luigi Ciotti, chiamato a parlare di coscienza civica e responsabilità, ha catturato l’attenzione della variegata platea con una dissertazione perfettamente nel suo stile.  “L’esistenza di ognuno – ha detto – trova senso nella condivisione e nella responsabilità. Abbiamo solo questa vita, perché sprecarla? Il vero cambiamento è quello che possiamo fare dentro di noi”. L’appello di don Ciotti è stato per non diventare “cittadini a intermittenza. Servono cittadini responsabili, non un impegno ogni tanto ma una vera assunzione di responsabilità e umiltà”. Le vere responsabilità e giustizia, per don Ciotti, arrivano dalla ricerca della verità. “Non possiamo dimenticarci poi la responsabilità delle parole. Oggi c’è un uso di parole che etichettano, che fanno discriminazione. C’è in giro la brutta malattia dei mormoranti. Ogni contesto deve guardarsene”.

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