Perugia, nuovo strumento per diagnosi leucemia al S. Maria della Misericordia
PERUGIA – Grazie alla sua sensibilità elevatissima permette di evidenziare in modo molto approfondito i risultati di una terapia, specialmente nell’ambito delle leucemie acute. La Struttura di Ematologia con Trapianto di Midollo Osseo dell’Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia si è dotata di un altro strumento all’avanguardia grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia: questo pomeriggio, è stata formalizzata la donazione tramite atto notarile di un’apparecchiatura QX Droplet Digital PCR System del valore di oltre 100.000,00 euro.
La leucemia, come altri tumori, è dovuta ad alterazioni del DNA che determinano la trasformazione delle cellule staminali normali del midollo osseo in cellule maligne.
“Questa nuova apparecchiatura – spiega il professor Brunangelo Falini, eccellenza in campo oncologico e direttore della Struttura sanitaria – ci consentirà di quantificare in maniera particolarmente accurata le alterazioni del DNA (mutazioni) presenti nelle cellule leucemiche di ogni singolo paziente e di monitorare come tali alterazioni si modifichino in base alle terapie effettuate. Questo perché è come se invece di un’unica reazione di PCR, ne facessimo fino a 20000 contemporaneamente”.
Nel caso in cui venga documentata dallo strumento la persistenza di una malattia minima residua, questa informazione permetterà di intervenire con una terapia alternativa in maniera più appropriata e tempestiva. In sostanza, rispetto ad altri strumenti che non riescono ad evidenziare la scomparsa o meno di alterazioni genetiche presenti in piccola quantità nel midollo dei pazienti, in particolar modo dei soggetti colpiti da leucemia acuta mieloide, con la QX Droplet Digital PCR System si riesce ad avere un quadro molto più dettagliato e preciso dei risultati delle terapie. “Lo strumento – aggiunge ancora il professor Falini – va ad integrarsi perfettamente con quelli già a nostra disposizione permettendoci di migliorare la qualità del lavoro e, di conseguenza, l’accuratezza diagnostica, a beneficio dei pazienti ematologici”.