Perugia, quota record di 582 iscritti all’Accademia delle Belle Arti
PERUGIA – Hanno raggiunto la quota record di 582 gli iscritti dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia. Che, se paragonati a quelli del 2011 (195), fanno il 200% in più. Con la particolarità che sono tornati ad iscriversi gli italiani, non solo gli stranieri. Questo il quadro stilato alla chiusura delle iscrizioni per l’anno accademico 2016/2017, di seguito analizzato nel dettaglio. Gli studenti totali sono precisamente 582, il 45% in più rispetto al 2015 (erano 401, nel 2014 erano 320, nel 2013 ancora meno, 281), mentre le matricole sono 198. I quasi duecento nuovi allievi hanno fatto registrare un incremento consistente del numero di iscritti al corso di Design (sfiora i 100 studenti, aumento del 45% rispetto allo scorso anno), seguito da quello di Pittura, che continua a tenere l’asticella alzata. Appeal anche per Scenografia. Corsi che vedranno l’arrivo di nuovi docenti di fama nazionale (come Ottavio Anania e l’affermato designer Francesco Paretti), ai quali si affiancheranno nuovi corsi liberi (come ad esempio quello volto a migliorare la conoscenza specifica della lingua italiana da parte dei molti studenti cinesi, tenuto da Paolo Nardon, e quello volto a fornire competenze grafiche nel campo del BIM-Building Information Modeling) così da ampliare l’offerta formativa.
Questa la piega presa dall’Accademia, prossima, dopo quasi cinquecento anni di vita, a raggiungere la statizzazione. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando la cabina di regia della storica istituzione “Pietro Vannucci” è passata nelle mani del presidente Mario Rampini e del direttore Paolo Belardi. Un cambio di timone che ha portato a traguardi importanti, degni di un’istituzione che può fregiarsi di essere uno degli Istituti superiori di Istruzione Artistica più antichi d’Italia, e quindi indirizzata a cavalcare percorsi di studio di tipo universitario, affiancando la ricerca alla didattica.
«In effetti l’incremento delle nuove iscrizioni è notevole – commenta il direttore Paolo Belardi – tanto che, nel caso della Scuola di Design, per garantire la qualità della didattica, abbiamo dovuto sdoppiare gli insegnamenti caratterizzanti (“Design I” e “Fashion design”). Un incremento, tengo comunque a precisare, che non è meramente riferibile all’arrivo di nuovi contingenti di studenti cinesi attraverso i programmi Marco Polo e Turandot, ma che è riferibile anche e soprattutto alla rinnovata attrattività esercitata a livello nazionale dalla nostra Accademia anche in virtù della sinergia messa in campo a vari livelli con l’Università degli Studi di Perugia. La nostra Accademia si è impegnata a coniugare tradizione e innovazione (non a caso è l’unica a livello nazionale dotata di un FABLAB) e ad oggi, nonostante i proclami velleitari che leggo sulle pagine di alcuni quotidiani locali, è e rimane l’unica Accademia umbra legalmente riconosciuta».