Perugia, sit-in contro il “declassamento” dell’Archivio di Stato, interrogazione di Goracci
PERUGIA – Sit-in per l’Archivio di Stato di Perugia, sabato dalle 10.30, in piazza Giordano Bruno, di fronte alla chiesa di San Domenico. L’iniziativa è promossa dall’associazione Osservatorio archivistico per opporsi alla decisione di declassare l’Archivio di Stato e le relative sezioni, eliminando il dirigente, nonché di accorpare la Soprintendenza archivistica dell’Umbria a quella delle Marche, con sede ad Ancona. Secondo i promotori l’associazione rappresenta invece “una preziosa risorsa per il territorio perugino, è meta di studiosi, ricercatori e stagisti e, oltre a conservare all’interno della sua sede ricca di storia uno straordinario e sorprendente patrimonio, è anche sede della Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica”. “Declassare questa istituzione – aggiungono gli organizzatori del sit-in – comporterà il depauperamento dei suoi servizi e dell’attività di valorizzazione del patrimonio e della storia di Perugia, nonché l’interruzione di avviati percorsi di studio.
E sulla questione interviene anche il consigliere regionale, Orfeo Goracci (Comunista umbro). “L’Esecutivo regionale – chiede Goracci in un’interrogazione – spieghi quali iniziative sta adottando per tutelare l’immagine, il ruolo e la funzionalità dell’Archivio di Stato di Perugia e delle sue sezioni distaccate nei vari territori, a partire da quella di Gubbio, distintasi per l’ampia e pregevole attività messa in campo in tutti questi anni. Chiarisca inoltre se non sia opportuno richiedere un confronto diretto con il Governo, sul tema della revisione e ristrutturazione della rete degli archivi nel territorio regionale”.
Goracci spiega che “si è levato un grido d’allarme per la sorte del prestigioso Archivio di Stato di Perugia e delle sue sezioni distaccate di Gubbio, Assisi, Foligno e Spoleto, a seguito dei primi passi della riforma varata dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. Una riforma che ha privato l’Archivio di Stato di Perugia del livello di istituto dirigenziale, declassandolo e disponendo contestualmente il trasferimento ad Ancona della Soprintendenza archivistica per l’Umbria. L’Archivio del capoluogo regionale – aggiunge Goracci – è l’unico in Italia con quattro sezioni distaccate e si è sempre distinto per la ricchezza e la varietà del materiale in esso custodito, per la qualità del servizio offerto, per le numerose iniziative di spessore rivolte non solo agli studiosi, ma profondamente connesse alle istanze del tessuto sociale circostante, dal
mondo della scuola a quello del lavoro, passando per i diffusi livelli associativi e culturali”.
Il consigliere regionale sottolinea inoltre che “la sezione di Gubbio ha brillato particolarmente per attivismo e capacità di proiezione verso l’esterno, rendendo possibili pubblicazioni a carattere storico-documentale di primaria importanza, fondamentali per inquadrare e comprendere vari periodi storici nei loro tratti salienti e anche in quelli più nascosti e di dettaglio. Una azione che ha portato, in 30 anni, le persone frequentanti con regolare domanda di studio l’Archivio di Stato di Gubbio da circa 20 a 130 ogni anno. Ora, però – aggiunge – questo inestimabile patrimonio culturale rischia di perdersi o, comunque, di venir fortemente svalorizzato da approcci e afflati pseudo-riformisti che, nell’intento di razionalizzare in nome delle supreme esigenze della finanza pubblica, finiscono invece col produrre svilimento di istituzioni antiche e prestigiose, depauperamento dei territori interessati e colpiti, incertezza rispetto alle sorti di migliaia di lavoratori”.