Riaprono i negozi in Corso Cavour a Perugia

PERUGIA – Sebbene dall’acropoli di Perugia sembra che ci sia una fuga di attività commerciali e di negozi che chiudono, in un’altra parte del centro storico le cose parrebbero seguire l’esatta direzione opposta. Si tratta di Corso Cavour, una zona viva, ricca di attività anche culturali, che dimostra di essere in grado di stare al passo con i tempi e tenere botta alla crisi e dove i negozi tornano ad aprire. In arrivo una cioccolateria vicino al negozio di erboristeria e presto toccherà alla Lina bottega della gastronomia. I titolari di entrambi i negozi sono stati orientati nella loro scelta proprio dalla vivacità del quartiere. Direttamente dalla fabbrica di cioccolato, aperta nel 2011 a Taverne di Corciano, Dulcinea Perugia ha deciso così di aprire, in corso Cavour al 104, il suo primo punto vendita. Davide Guamaccia, Giampiero Cossi, Mauro Sorelli, Mauro Lamberti, Gabriella Pieroni, Vinicio Chiavini e Marco Cecchini, sono i soci che hanno deciso di intraprendere questa nuova avventura. “Ci ha sempre affascinato l’acropoli – spiega Chiara Cecchini, responsabile della comunicazione e figlia di uno dei soci –, soprattutto questo quartiere giovane e in costante crescita, dove tutto l’anno si organizzano eventi”. Non una semplice cioccolateria, ma un vero e proprio punto di incontro per eventi, degustazioni e corsi sul cioccolato. Giuseppe Raguso è invece il titolare della bottega che aprirà anche a pranzo. Ancora da decidere il nome , forse L’artigiano del gusto per riprendere il marchio esistente: 100 metri quadri per 25 posti a sedere. Collaboratrice la compagna, Camilla Corradi, ma anche il fratello di quest’ultima, Jacopo , entrerà a far parte del team. “Rimane tutto in famiglia e in zona – racconta il nonno Mario Corradi –. E un legame storico che ci lega al quartiere. Abbiamo iniziato nel 1957 vendendo formaggi in un negozio in cima alle scale di Sant’Ercolano, poi ci siamo dedicati alla gastronomia e in via Bottinelli, una traversa un po’ più giù, abbiamo aperto il laboratorio di cucina, e qualche anno fa, ai piedi della chiesa, un punto vendita aperto anche a pranzo e con due posti a sedere”. Del resto l’associazione Borgo Bello molto attiva su questa zona, fornisce il suo contributo per rivitalizzare e rendere il quartiere sempre più vivibile, con i suoi 400 soci e 800 simpatizzanti. “Bisogna lavorare per sostenere le attività commerciali puntualizza il presidente Orfeo Ambrosi –, organizzando eventi, perché non basta la vendita del bene. E a questo fine organizzeremo a fine aprile, coinvolgendo commercianti, residenti e Comune, una convention per fare il punto e mettere le basi per il futuro del borgo. E non è un caso che la malavita si sia spostata dai Tre archi all’orto urbano, ultimamente abbandonato.

 

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