Sanità, al via la campagna di registrazione dei defibrillatori

Il “Progetto Umbria diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni” ha dato buoni risultati che, però, vanno ottimizzati per rendere ancora più forte sul territorio regionale la cosiddetta ‘catena della sopravvivenza”: a tal fine, la Regione Umbria rivolge agli enti pubblici e ai privati che hanno a disposizione gli apparecchi di effettuarne l’iscrizione sull’apposito registro regionale disposto sul sito istituzionale della centrale operativa 118, affinché possano essere integrati all’interno del sistema di soccorso regionale.

“Con il Progetto in attuazione dal 2011 – hanno spiegato dall’Assessorato alla sanità –  la Regione Umbria ha potenziato il contrasto alle morti per arresto cardio-circolatorio, rafforzando la dotazione dei defibrillatori delle aziende sanitarie regionali e rendendo possibile la mappatura e il collegamento di tutti i defibrillatori disposti sul territorio con la Centrale Operativa 118. Una defibrillazione immediata, tramite una scarica elettrica, associata ad una corretta esecuzione di manovre di rianimazione cardio-polmonare, sulla persona colpita da arresto cardio-circolatorio, risulta infatti, ad oggi,  il principale strumento salvavita in attesa del soccorso del Servizio 118”.

“Tutto ciò concorre a costituire la ‘Catena della Sopravvivenza’ della quale, la Centrale Operativa Unica regionale del  118, con sede presso l’Azienda Ospedaliera di Perugia, rappresenta la cabina di regia. Di conseguenza, tutti i possessori di defibrillatori, enti pubblici, associazioni e privati cittadini, sono invitati ad iscrivere gli apparecchi nel Registro regionale on-line dei defibrillatori, disposto sul sito istituzionale all’indirizzo: http://www.118perugia.it”.

Il “Progetto Umbria diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni” ha permesso di creare una rete capillare di diffusione territoriale di defibrillatori semiautomatici, “manovrabili” anche da personale addestrato non medico e localizzati, oltre che nelle tradizionali sedi sanitarie, anche nei luoghi di lavoro, di studio e, in generale, pubblici. L’obiettivo è di giungere ad una riduzione in percentuale significativa delle morti per infarto al miocardio e dei danni, soprattutto di carattere neurologico, conseguenti. Le apparecchiature a disposizione sono periodicamente controllate e gli operatori dovranno essere aggiornati attraverso corsi di formazione e successive verifiche.

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