Sanità, l’assessore regionale Barberini: “l’ospedale di Branca non rischia nulla”
PERUGIA – L’ospedale di Branca non rischia nulla e non è oggetto di alcuna smobilitazione. Lo ha ribadito l’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini rispondendo ad una interrogazione di Sergio De Vincenzi (Ricci Presidente). Il consigliere ha chiesto quali siano gli intendimenti riguardo all’inserimento nel quadro complessivo del sistema sanitario regionale dell’ospedale di Branca che ormai da pochi anni entrato in piena attività”. De Vincenzi ha ricordato come “la razionalizzazione delle spese del sistema sanitario voluta dal direttore generale dell’Asl1 prende in considerazione la rinegoziazione di tutta una serie di contratti, dai trasporti ematochimici ai rifiuti fino al centralino, e alcuni servizi come la lavanderia e sterilizzazione o la mensa e i pasti”.
Nella sua risposta l’assessore alla Sanità, Luca Barberini, ha detto che “l’ospedale di Branca continua e continuerà ad essere inserito a pieno titolo nella rete di emergenza/urgenza regionale. Non ci sono diminuzioni di operatività perché i numeri hanno soddisfatto le aspettative. Continueremo ad investire nella struttura soprattutto nell’eccellenza costituita dal centro regionale di fibrosi cistica. L’ospedale di Branca ha una prospettiva non solo per dare risposta al territorio in cui opera, ma anche per una possibile collaborazione con la Regione Marche dove il piano sanitario prevede una diminuzione delle attività e dei presidi ospedalieri collocati nella fascia appenninica. E questo potrebbe portare anche a un incremento dell’attività. La delibera del direttore generale della Asl1 nasce dal recepimento da parte della Regione dall’ennesima spending review adottata dal Parlamento ai primi di agosto, che parla di efficientamento, razionalizzazione e contenimento dei costi generali ma anche di acquisizione dei beni e servizi nell’intero comparto della sanità. Però non si parla di diminuzione delle attività, di diminuzione delle prestazioni sanitarie, di un ruolo diverso o minore per il presidio ospedaliero”.
Barberini ha fornito anche alcuni dati: la struttura occupa oltre 380 persone. “Le dimissioni nel 2015 sono state 7mila 400 rispetto alle 7mila 800 del 2014, il tasso di utilizzo è al 77,8 per cento con una degenza media di 5,85 giorni. C’è un calo dell’attività del punto nascita: nel 2015 ci sono stati 340 parti, un calo fisiologico che si riscontra in tutta l’Umbria e nel Paese, i parti cesarei passano dal 32 al 29 per cento; gli accessi si riducono dai 28mila 700 del 2014 ai 28mila 550 del 2015, con una diminuzione dei codici bianchi. Da settembre 2014 all’interno della struttura ospedaliera è stata collocata anche una Rsa, che ha potuto dare una risposta anche su questo versante al territorio dell’Eugubino-Gualdese”.
Una risposta netta, che ha incontrato il plauso del consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd): “Di fronte all’Assemblea legislativa c’è stata dunque una netta rassicurazione su un presidio fondamentale e strategico, per il territorio e per l’intera regione, che dovrà vedere – conclude – l’impegno e la sinergia di tutti gli attori in campo per un ulteriore miglioramento del servizio offerto ai cittadini”.