Sanità, indennità di esclusività, la Regione chiede un parere alla Funzione Pubblica
Verrà richiesto un parere al Dipartimento della funzione pubblica della presidenza del Consiglio dei ministri per superare le indeterminatezze interpretative legate all’applicazione dalla “indennità di esclusività” ai medici del servizio sanitario regionale che decidono di svolgere la propria attività in regime di “intramoenia”, con particolare riguardo a coloro che hanno maturato il quinto anno di anzianità di servizio. Lo ha deciso ieri la Giunta regionale dell’Umbria, su proposta della presidente Catiuscia Marini. La Giunta, pur ritenendo plausibile l’applicazione di tale emolumento, vuole vederci chiaro rispetto a un quadro normativo, la cui applicazione si presenta alquanto contraddittoria e difforme sul territorio nazionale. Il decreto legge 78/2010, e successive modifiche, ha infatti sancito il blocco degli incrementi retributivi dei dipendenti pubblici fino a dicembre 2014, ma il contenuto del provvedimento ha sollevato dubbi sulla effettiva applicazione delle norme per alcune voci retributive, tra cui quella della indennità di esclusività, non avendo specificato il legislatore quali siano i criteri di individuazione di quelle soggette a blocco.
Da una ricognizione effettuata dai competenti uffici regionali è infatti emerso che la problematica è stata affrontata in modo differente dalle Regioni italiane e talvolta anche tra le Aziende sanitarie di una stessa Regione, nonostante le indicazioni contenute nella circolare interpretative assunta dalla Conferenza delle Regioni nel 2011, che considererebbe questa voce tra quelle collegate ad eventi straordinari della dinamica retributiva e quindi non soggetta a blocco. Da qui la decisione della Giunta regionale di rivolgersi, per fugare ogni dubbio, al dipartimento della funzione pubblica. Una decisione assunta dall’esecutivo a seguito dell’approfondita analisi effettuata con le Aziende ospedaliere umbre e del confronto con le organizzazioni sindacali di categoria. In Umbria al 31 dicembre 2013 erano 166 i medici che avevano maturato i requisiti dei cinque anni per lo scatto dell’indennità di esclusività, il cui numero può essere cresciuto di qualche unità nel corrente anno. Il costo presunto per la corresponsione di questo istituto ai potenziali aventi diritto si attesterebbe attorno al milione di euro all’anno, su una spesa complessiva per il personale di circa 600 milioni di euro.