Spoleto, alla Rocca Albornoz dibattito sulla ricostruzione

SPOLETO – Nella splendida cornice della Rocca Albornoz, riconsegnata alla città di Spoleto dopo un prezioso restauro nel 2007 ed ora diventata Museo Nazionale del Ducato di Spoleto, si è svolto sabato sera un importante dibattito sul tema della ricostruzione, alla presenza di importanti personalità, oltre che istituzionali, in rappresentanza del mondo dei media e dell’architettura internazionale.

Ha moderato il dibattito Andrea Margaritelli, Presidente di INARCH, Istituto Nazionale d’Architettura.

In apertura Lucio Caporizzi,  direttore Area Programmazione della Regione Umbria, ha ricordato l’importanza del ricostruire, come un’opportunità che viene ora data ai territori colpiti dal sisma, ricostruendo con qualità ed innovazione.

A seguire gli interventi di Paolo Belardi, direttore dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, di Glenda Giampaoli, direttore del Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco e di Daniela Gerini, fashion and art designer che hanno sottolineato l’importanza del messaggio di forte positività del progetto “Canapa Nera” basato sull’opportunità di tramutare un evento drammatico in una preziosa occasione di rinascita.

Da Milano a Spoleto. Un algido muro bifronte posizionato ora nel Salone d’Onore della Rocca di Spoleto per raccontare in un mix alchemico la storia di un popolo coraggioso, quello della Valnerina. Da un lato c’è il grigio, memoria della pietra urbana della Basilica di San Benedetto a Norcia, dall’altro i colori esplosivi della fiorita di Pian Grande di Castelluccio.

Al dibattito è intervenuta anche Gilda Bojardi, direttore della rivista Interni che da moltissimi anni organizza e promuove una serie di eventi all’Università degli Studi di Milano durante il Fuorisalone, diventata uno dei luoghi più visitati della città, ormai considerata da tutti la vera “capitale del design”.

Gilda Bojardi ha sottolineato come sia stato strategico per la Regione Umbria partecipare, per ben sei anni consecutivi, a quella che è la manifestazione più importante nel design, illustrando quindi come la Regione consideri il design uno degli asset per la promozione del proprio territorio. Una visione strategica sicuramente unica nel panorama delle Istituzioni Pubbliche Italiane.

Ed infine l’intervento dell’autorevole architetto ticinese Mario Botta, la cui fama ha varcato i confini territoriali.

L’architetto ha intrattenuto la numerosa platea parlando dell’opportunità che si presenta oggi a questi territori, perché “Ricostruire dov’era e com’era” non solo non è possibile, ma sarebbe un grave errore. Secondo l’architetto si perderebbe la possibilità di un adeguamento non solo dal punto di vista architetturale ma anche e soprattutto strutturale.

IL PROGETTO CANAPA NERA

Il concept

Canapa Nera è la crasi perfetta tra il fiume Nera e la resistente fibra, la cui lavorazione fa parte dei ­­saperi del territorio umbro. In particolare, la dorsale appenninica che attraversa il territorio è da sempre una realtà italiana tra le più dedite alla coltura della pianta. Non a caso proprio qui ha sede il Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco che, oltre ad una vasta documentazione storica sul suo utilizzo, ospita un centro produttivo dove viene materialmente lavorata la canapa per dare vita a prototipi innovativi e sperimentali. Con le materie prime della canapa si possono produrre, in modo pulito ed economicamente conveniente, tessuti, carta, plastiche, vernici, combustibili ed anche un olio alimentare di altissime qualità. Oggi, ad esempio, si fa largo impiego della canapa nella costruzione di case nell’ambito dell’architettura ecosostenibile. Non solo una riedificazione di case e chiese, ma anche la riaffermazione della fiducia nelle persone. Abitare non è solo un atto materiale (“house in motion”), ma è anche un atto immateriale (“house in emotion”). Allo stesso modo, il compito della ricostruzione non è solo quello di restituire una casa, ma è anche quello di custodire un’identità. Traghettando i ricordi e le speranze oltre l’emergenza.

La maceria diventa arte

Respiriamo la sofferenza di cui i detriti sono carichi, ma avvertiamo anche la speranza. In questo lato dell’opera, quella plasmata dall’Accademia delle Belle Arti di Perugia, predomina il grigio tipico della pietra dei centri storici della Valnerina. Nell’installazione padroneggia una scomposizione caotica di macerie prelevate nelle zone rosse del cratere umbro e ordinate da un sistema di opere provvisionali e di reti paramassi, allo stesso tempo simboli della catastrofe accaduta e segnali di rinascita imminente. Materia, segni e pochi colori ordinati dal claim “Guardavo le macerie e immaginavo il futuro” il cui lettering richiama un senso di decadenza, una scritta slavata dal tempo e dagli eventi. La maceria è tutto ciò che resta dopo la scossa e al contempo è ciò che era prima della scossa, ultima traccia concreta che conserve in sé una identità che rischia di andare perduta. Forse ci parla, come a dire “Non dimenticarmi”. È l’inizio e la fine, passato e futuro. La maceria è ciò da cui (ri)partire per attivare il processo di ricostruzione del valore della comunità umbra. I detriti ricomposti come in un fermo – immagine, congelati in un mondo senza spazio e senza tempo, incarnano i valori identitari più profondi della Valnerina e del suo popolo. Valori millenari che non vanno perduti ma, giorno dopo giorno, ricostruiti per tornare ad una bellissima normalità, allontanando il rischio di dispersione del sapere di questa terra. Perché perdere il passato significa perdere il futuro.

Il tessuto diventa quadro

La canapa è rappresentata in una versione artistica e contemporanea, “vestita” di segni iconici, materia e colori. Grazie alle pennellate di Daniela Gerini, artista e stilista appassionata di moda e design e che ha sempre usato colori e segni in chiave moderna, la canapa diventa qualcosa da dipingere e a sua volta diventa quadro.

Ce lo insegnano anche Leonardo, Rembrandt, Van Gogh e Picasso: le loro opere erano per lo più dipinte su tele in tessuto di canapa e spesso con colori ad olio a base della pianta, affinché l’opera potesse sopravvivere più a lungo e mantenersi in un ottimo stato nel corso del tempo. Allo stesso modo, per l’installazione Canapa Nera Daniela Gerini ha fissato sul polittico di undici tele di canapa i colori esplosivi della fioritura di Castelluccio raccontando come, in questo luogo senza tempo, il grigio dell’inverno viene spazzato via dalle sfumature dei papaveri, narcisi, genziane, tulipani, fiordalisi e piante di lenticchie. Un paesaggio di grande bellezza dove il giallo, l’azzurro, il bianco e il rosso dipingono i campi con immense striature di colori, come enormi quadri astratti.

I colori brillanti della natura che rinasce sul Pian Grande si fissano sulla fibra neutra e resistente, simbolo di una identità tra passato e futuro, arricchita da segni: forme geometriche che incastrate tra loro formano figure ricche di significato, la mano che, a seconda dei casi della vita, dona e riceve come simbolo di solidarietà e fiducia e l’occhio che vede e che, colpito dal sisma, piange.

Il Design al Festival di Spoleto

Dal 2016, il tema della progettualità si inserisce all’interno di un Festival umbro di caratura internazionale e lo fa attraverso i progetti artistici realizzati dalla Regione Umbria e presentati durante le ultime edizioni del Fuorisalone di Milano. Dall’installazione, Scorched or Blackened, approdata durante la 59esima edizione del Festival di Spoleto nella Chiesa di Santa Maria della Manna d’Oro a Fabric-Action con la mostra degli undici oggetti di design che sperimentano usi innovativi della canapa, ospitata lo scorso anno a Palazzo Collicola fino all’attuale progetto Canapa Nera.

Come un monastero contemporaneo, l’Umbria è infatti un luogo di produzione culturale e di ibridazione, un punto di snodo prezioso aperto alle diverse contaminazioni che qui accadono in modo spontaneo. Il Festival di Spoleto restituisce questo clima di dialogo e di ibridazione culturale dove il design, trova un posto d’onore nell’ambito di questo prestigioso palcoscenico.

Il Design per la Regione Umbria

Per la Regione Umbria il Design, oltre ad essere il risultato di un’eredità culturale e artistica che abbraccia secoli di storia, è inoltre inteso come fattore di qualificazione delle produzioni artigianali e industriali ed è parte di un’azione di branding territoriale finalizzata a promuovere non solo le qualità e la bellezza di una terra secolare ma anche la creatività, il saper fare artigiano, tra tradizione e innovazione, propri della Regione, dove l’arte in molteplici declinazioni è fonte di ispirazione per la vita e le produzioni economiche contemporanee. Un percorso innovativo avviato negli ultimi anni dalla Regione Umbria per definire la propria identità di Brand attraverso la cultura e gli asset territoriali che rendono questa terra un luogo dove vivere una esperienza non solo del turistica. Dal 2012 l’Umbria partecipa infatti alla settimana milanese dedicata al design, confermandosi come l’unica Regione d’Italia in grado di dare continuità a questo progetto di valorizzazione del territorio, attraverso diversi asset evidenziati nei vari eventi proposti: dall’esposizione degli incredibili scatti di Steve McCurry alla presentazione del progetto Casa Umbria a Shangai fino ad Expo 2015 con più di 20 eventi organizzati durante il semestre della Manifestazione Universale, alle più recenti partecipazioni al contenitore di Interni all’Università degli Studi.

Inoltre, negli ultimi 15 anni, la Regione Umbria ha avuto 4 nomination nel catalogo Adi Design Index, caso più unico che raro, per progetti sviluppati in ambito grafico di cui la Regione era committente:

– due dallo Studio Bcpt Associati (uno per la campagna regionale di accesso ai finanziamenti per il fondo programmatico dell’Unione Europea e uno per il Manuale del Marchio Umbria, brand Bollo Rosso che è stato inoltre inserito nella mostra e nel catalogo TDM5: Grafica Italiana della Triennale di Milano.

– due da Salt Pepper (uno per lo sviluppo di Umbria app, un’applicazione per fornire notizie culturali sulla Regione e uno per lo sviluppo di tutta la grafica relativa al progetto Umbria Ceramica).

COORDINATE MOSTRA CANAPA NERA

Committenza: Regione Umbria

In collaborazione con: Polo Museale dell’Umbria, Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto

Coordinamento generale: Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia

Concept e progetto dell’allestimento: Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia: Paolo Belardi direttore, Paul H. Robb, Matteo Scoccia

Concept e realizzazione opere d’arte su tela di canapa: Studio Daniela Gerini

Supporto tecnico: Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco

Organizzazione: Sistema Museo

Grafica: Paul H. Robb

Orari di apertura: dal martedì alla domenica 9:30 – 19:30; lunedì 9:30 – 13:30. Ultimo ingresso consentito 45 minuti prima della chiusura

Tariffe: la visita all’installazione è compresa nel biglietto d’ingresso alla Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto.

Per informazioni: Sistema Museo 0743.224952 / 340.5510813 – spoleto@sistemamuseo.it – www.sistemamuseo.it

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