Spoleto, il gruppo del Pd in Comune: “Regolamento microprogetti, dibattito azzerato in Consiglio”
Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo consiliare del Pd: “Come annientare il dibattito su un argomento importante per la città di Spoleto, quale quello del regolamento per i microprogetti di interesse locale, ce lo hanno insegnato lunedì in Consiglio Comunale i nostri amministratori di maggioranza. Il gruppo consiliare del Partito democratico di Spoleto esprime profondo dissenso rispetto alla linea procedurale tenuta dall’Amministrazione Cardarelli ed avallata dal Segretario Comunale, che hanno presentato in Consiglio un regolamento potenzialmente utile per la Città, ma privo di relazione e parere tecnico e non aggiornato rispetto alle variazioni proposte in commissione. Negata la possibilità di approfondire insieme il tema, negato l’ascolto alle osservazioni dei consiglieri di opposizione, impedita di fatto la possibilità di proporre emendamenti in mancanza del tempo necessario e di un testo definitivo. Sulla legittimità di quanto accaduto, si è preso le sue responsabilità il Segretario Comunale, ed il gruppo consiliare PD si riserva di valutarne oggettivamente le ragioni.
Questo nella forma, che ha trasformato il Consiglio Comunale in una sorta di riunione di condominio, ma anche nella sostanza il regolamento presenta lati non condivisibili. Rispetto al testo della bozza di regolamento presentato, il Partito democratico esprime il suo forte parere negativo rispetto ad alcuni punti che ne minano l’applicabilità. In primo luogo non è stato partecipato con i soggetti interessati in quanto non vi è stata nessuna riunione con le società sportive piuttosto che con le varie associazioni e pro-loco nella quale sia stato illustrato nella sostanza il regolamento.
Si fa osservare che i microprogetti sul patrimonio reso disponibile dall’amministrazione comunale, possono riguardare impianti sportivi, palazzi storici, verdi attrezzati, luoghi di spettacolo, sulla gestione dei quali poi, i soggetti realizzatori del progetto, stipuleranno convenzione con il Comune. Si comprende come la questione sia quindi estremamente delicata ed è inconcepibile quindi che il regolamento preveda una fortissima discrezionalità della Giunta in tutti i passaggi, privando in pratica il Consiglio del suo ruolo di indirizzo, di controllo e di garanzia. La mancanza poi di requisiti e criteri stringenti che regolamentino la scelta dei soggetti promotori e del patrimonio interessato rende il percorso non trasparente ed esposto ad una non aderenza al territorio ed alle realtà associative in esso operanti da decenni tra l’altro in campi prettamente sociali. La pretesa poi di una cauzione del 10% sul costo complessivo del progetto nel momento della firma della convenzione rende il percorso impraticabile ai più, a meno che non siano soggetti con alta e pronta disponibilità economica. Vediamo dunque come sarebbe stato opportuno almeno qualche giorno di riflessione comune per non svilire, nella mancanza di democrazia, quello che dovrebbe essere invece un progetto condiviso e positivo per la Città. Questo aveva chiesto il Partito democratico, questo ci è stato negato, per una fretta madre potenziale di figli ciechi e derivante da una immotivata ed incomprensibile somma urgenza”.