Terni, i sindacati bocciano la procedura di licenziamento collettivo di Cmt

TERNI– “I licenziamenti collettivi sono irricevibili e su questo nessuno intende scendere a compromessi. Già da domani saremo in campo con tutte le iniziative utili alla tutela dei lavoratori”. Martedì 15 maggio, la procedura di mobilità attivata dalla Cooperativa mobilità trasporti (Cmt) di Terni, ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 223 del 23 luglio 1991, è stata bocciata dalle organizzazioni sindacali umbre Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, sfociando in un mancato accordo tra la cooperativa e i sindacati, e queste sono le prime parole che arrivano da Alessandro Rampiconi, responsabile di Filt Cgil per il comprensorio ternano, Gianluca Giorgi, segretario regionale di Fit Cisl Umbria, e Stefano Cecchetti, segretario regionale di Uiltrasporti Umbria.

“Dopo una serie di riunioni svolte il 27 marzo, il 12 e 26 aprile – spiegano i sindacati – abbiamo ritenuto insufficienti le proposte presentate da Cmt che di fatto si trasformano in esuberi per i lavoratori. Abbiamo giudicato il criterio effettivamente applicato dalla cooperativa discriminatorio e comunque in violazione dei criteri della legge 223/1991 e del contratto di lavoro di riferimento. Con questa procedura la Cmt vorrebbe portare al licenziamento di sei soci lavoratori: quattro della struttura amministrativa e due della struttura tecnica, praticamente tutta la tecnostruttura, avanzando l’esigenza di fare economie per affrontare meglio il futuro”. “Questo – proseguono i tre segretari – in un contesto di assoluta assenza di problemi economici imminenti per la cooperativa. Non si comprende quindi il motivo per cui, in una città afflitta già da gravi problemi occupazionali, dove aziende veramente in crisi hanno adottato soluzioni alternative pur di tutelare i posti di lavoro, la Cmt progetti razionalizzazioni, ma soprattutto l’esternalizzazione di servizi indispensabili, cercando di avanzare pretestuosi esuberi e attivare quindi una procedura di licenziamento collettivo in una società, per l’appunto, con i conti in ordine e più che positivi”.

“Per attuare il piano di riorganizzazione – ricordano le sigle sindacali – avevamo proposto di azzerare il costo sociale, proponendo l’applicazione delle normative vigenti come l’Isopensione per tre dipendenti e il demansionamento per altri tre. Queste proposte non sono state, inspiegabilmente, prese in considerazione, nonostante che in alcune parti producessero un minore impegno economico alla cooperativa”. “Con questa ulteriore procedura di licenziamento collettivo da parte di Cmt – concludono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – si stanno generando delle gravi difficoltà e problematiche molto serie a sei famiglie del territorio. Il nostro pensiero è anche a tutti gli altri lavoratori visto che questa cooperativa sana offre lavoro a circa cento famiglie nel Ternano”.

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