Terni, Monsignor Piemontese, “Alla città sia risparmiato un nuovo bombardamento”
TERNI – L’11 agosto 1943 Terni venne colpita dal primo devastante bombardamento nel centro storico della città. Dolore e distruzione segnarono quel giorno e molti altri nei 101 bombardamenti che subì la città nella seconda guerra mondiale. In occasione della ricorrenza che verrà ricordata domani a Terni, ieri il vescovo Giuseppe Piemontese ha celebrato nella chiesa santuario di San Francesco di Terni la santa messa di suffragio alla presenza degli ex allievi di Don Bosco di Terni, che hanno promosso l’iniziativa, e del sindaco Leopoldo Di Girolamo.
“Fu quello un giorno di pianti, sgomento, dolore distruzione – ha ricordato il vescovo – Un’azione condotta da 44 apparecchi americani, con 1220 case su 2500 del centro abitato che furono rase al suolo e migliaia in quel giorno furono le vittime senza contare i feriti. Questa stessa chiesa con l’oratorio e il convitto subirono l’insulto della devastazione. Facciamo memoria nella pietà e compassione di tante sofferenza impressa nella carne viva e nei sentimenti di tanti nostri genitori, parenti e amici”.
La memoria di quegli eventi bellici si lega alla situazione contemporanea dove ancora ci sono tanti paesi in guerra.
“Oggi, magari, il ricordo è affievolito, perché le distrazioni e le rimozioni ci portano a dimenticare la lezione della storia – ha detto monsignor Piemontese – e purtroppo a ripeterne gli stessi errori con copioni più raffinati e dalle identiche conseguenze di distruzione, di sofferenza e di morte. Guardiamo ai nostri giorni. Chi ha orecchie e cuore resta ancora stordito a piangere morti, ad assistere impotente e rassegnato all’ennesimo massacro: Gaza, Ucraina, Libia, Siria Sudan, i tanti scenari che non meritano nemmeno una notizia sui telegiornali. Il califfato che caccia i cristiani da Mosul e fa esplodere le moschee. Ma Dio non è nella violenza, questo vorrei che capissero coloro che continuano ad uccidere profanando il nome di Dio. Dio non è nella violenza ne nei grandi eventi naturali o nei prodigi, ma nell’intimo di ciascuno di noi, nella brezza del mattino, nella voce del silenzio”.
Il richiamo più forte è stato sicuramente quello riservato alla situazione di crisi che sta vivendo Terni. “Siamo storditi e confusi perché per la nostra città è un autunno anticipato, in una crisi economica che spegne anche la voglia di reagire mentre ci sembra di affondare lentamente – ha detto il vescovo – Ma bisogna avere fiducia nel Signore perché Gesù padroneggia le paure più terribili che possiamo immaginare e che impediscono di gioire: la malattia, la morte, l’abbandono, la solitudine. Non basta il coraggio per camminare sulle acque del dubbio, bisogna crescere ancora nella fede. Anche noi di fronte ai dubbi della fede che ci vengono procurati da queste situazioni di violenza e sofferenza incomprensibili vacilliamo, non ci fidiamo più del Signore, siamo abituati ad altre esperienze. Mentre ricordiamo gli eventi del 1943 che hanno colpito questa città, mentre assistiamo impotenti alle tante violenze della guerra, mentre vediamo vacillare tanti posti di lavoro nella nostra città come già nel 1953 quando vi furono 2000 licenziamenti, in questa situazione ascoltiamo Gesù che ci dice: “non abbiate paura, coraggio”. E noi con la forza che ci viene dalla preghiera e dalla fiducia nel Signore preghiamo per tutte le vittime delle violenze, per i carnefici, per coloro che insensatamente spargano semi di violenza nel mondo”.
“Vogliamo pregare – ha concluso il vescovo – perché alla nostra città sia risparmiato un nuovo bombardamento che sconquassi migliaia di famiglie e ci ponga in una difficoltà insanabile. E’ la nostra preghiera la sola che potrà cambiare il cuore dell’uomo”.