Terremoto, il M5S bocca il modello di gestione della ricostruzione
PERUGIA – Bocciato completamente il modello della ricostruzione che si sta impostando dal M5S, con il capogruppo Andrea Liberati che di fatto risponde alle dichiarazioni della presidente Catiuscia Marini al Corriere dell’Umbria. Liberati parla di “dichiarazioni fantasiose” per una fase “gestita con ogni evidenza in modo tutt’altro che ottimale, visto che centinaia di famiglie, quelle che potevano, hanno fatto da sé, a proprie spese, senza attendere le lungaggini dello Stato, scavalcando a pie’ pari la
più ottusa burocrazia”. Lo dichiara il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea legislativa, Andrea Liberati.
Il consigliere regionale di opposizione contesto poi nello specifico alcune affermazioni della presidente Marini:
1) ‘Delle 600 casette, quelle calcolate sul sisma del 24 agosto saranno disponibili entro febbraio. Per quelle del sisma del 30 ottobre il termine è giugno’, per Liberati invece “al di là dell’impiegare ben sette/otto mesi per consegnare un tetto in legno alle famiglie colpite Catiuscia Marini dovrebbe sapere che non saranno rispettati né il termine di febbraio, né quello di giugno. Infatti le casette pronte a fine febbraio per il post 24 agosto saranno appena 40 rispetto alle circa 100 individuate all’epoca, tanto che la gara per le urbanizzazioni delle residue 60 Sae è stata definita dalla Regione solo a fine gennaio. Quanto poi al post 30 ottobre,
non ci sono nemmeno dati ufficiali dopo il rimpallo delle schede Aedes-Fast-Aedes e tanto meno sono state predisposte le urbanizzazioni, ancora in fase progettuale. Ritardi evidenti e molto gravi, a voler tacere di quanto fatto dal Cns, vincitore del famigerato bando del 2014, con la scelta di assegnare la realizzazione delle casette a soggetto privo della minima esperienza nell’edilizia”.
2) ‘Adeguamenti sismici al 100 precento per case e imprese. Interventi in questo senso anche per i centri storici e i beni culturali, per una ricostruzione ancora più sicura’, secondo Andrea Liberati però “il ‘DL terremoto’ parla di adeguamento solo per gli edifici totalmente distrutti, che del resto è standard già previsto dalla legge per gli immobili costruiti ex novo. Invece, migliaia di edifici danneggiati anche gravemente andranno saranno sottoposti a mero ‘miglioramento’. Stesso dicasi per i beni culturali, i quali saranno massimamente sottoposti a ‘miglioramento sismico’, con pericoli e sprechi conseguenti. La differenza tra adeguamenti e miglioramenti fu efficacemente colta da Antonio Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, che spiegò come ‘con risorse limitate puoi decidere di fare pochi adeguamenti o optare per molti miglioramenti, affidandoti un po’ alla sorte… Miglioramento sismico è qualunque intervento il progettista definisca tale. Anche se non aumenta sicurezza. Miglioramento sismico è definizione molto generica e molto ampia’”.
3) ‘La filiera agricola e zootecnica, dei prodotti a marchio Norcia, è un tema prioritario. Proteggere i capi, salvaguardare marchio igp: ci siamo mobilitati da subito. Le ordinanze per le imprese sono state di totale semplificazione rispetto al passato’, per il consigliere di opposizione si tratta di “affermazioni surreali: i ‘tunnel’ per gli allevatori sono giunti in quantità minimale rispetto alle effettive necessità. Se ancora esiste una filiera, lo si deve alla forza d’animo dei nostri imprenditori che, a loro spese, resistendo alle inerzie e alle bugie di Stato, hanno spostato altrove gli armenti oppure li hanno dovuti mettere al riparo ove fosse possibile, spesso stalle precarie”.
4) ‘Serve un provvedimento per il danno indiretto fuori dal cratere per il turismo’, Liberati contesta che “ancorché in Parlamento sia stato approvato un ordine del giorno del M5S in tal senso, dopo quasi sei mesi dai funesti eventi non c’è niente, né per il turismo, né per commercianti e artigiani, con innumerevoli imprenditori allo stremo, da Norcia al Trasimeno, da Perugia a Narni a Spoleto, da Terni a Todi a Gubbio”.
“Molti altri asserti della presidente – conclude – sarebbero confutabili, dal modello ricostruttivo al Cas, dalle scuole al resto, ma per carità di patria mi taccio, nell’attesa che su tali delicati argomenti sia convocata una seduta ufficiale a Palazzo Cesaroni”.