Terremoto, la Lega chiede modifiche alla proposta di legge regionale
PERUGIA – La Legge sul terremoto approda in consiglio regionale dopo due anni dal violento sisma che mise in ginocchio parte dell’ Umbria. Sulla questione interviene la Lega con il consigliere Valerio Mancini che entra subito nel merito. “In questi due anni il Pd e i suoi commissari si è dimenticato delle popolazioni terremotate concentrando le poche forze rimastegli, sulle nomine dei dirigenti e su come spengere gli incendi al suo interno. Per le aree terremotate tante passerelle di ex Ministri o ex Premier, altrettante promesse mai mantenute ed una legge che non solo arriva dopo due anni, ma che addirittura cerca, per l’ennesima volta, di alimentare i soliti carrozzoni a marchio Pd”. La questione a cui fa riferimento il consigliere leghista riguarda le modifiche alla società Umbria Salute e alla centrale regionale di acquisto Cras, previste nella proposta di legge della Giunta Regionale sulla ricostruzione in discussione in commissione che per la Lega,“Non sono altro che l’ennesimo strumento per accontentare le solite logiche di potere. Tutto ciò suscita più di una riflessione in vista delle prossime scadenze elettorali. E’ davvero singolare che la Regione, già in possesso al suo interno di tutte le professionalità e le competenze necessarie, debba ricorrere ad una società privata per la ricostruzione- spiega Mancini – Per questo che la Lega chiede lo stralcio dalla legge sulla parte relativa a Umbria Salute e a Cras proponendo, anche, di avviare una seria analisi sulle partecipate regionali, più volte annunciata anche dall’ Assessore Bartolini ma mai realmente concretizzata. Le modifiche alla Cras, così organizzate, sono state pensate per assumere o “promuovere” personale senza troppe formalità considerato che si tratta di una società consortile di natura privatistica? – si domanda Mancini – Inoltre, con la nuova Cras gli operatori che dovranno effettuare le gare vedranno ridotte sostanzialmente le loro tutele considerato che opereranno in un soggetto di natura privatistica e non più all’interno di un ente pubblico. Le ultime modifiche alla normativa nazionale, poi, ridimensionano di molto il ruolo della Regione quale soggetto attuatore della ricostruzione, favorendo gli enti che sono sul territorio quali stazioni uniche appaltanti e centrali di committenza comunali. Alla luce di quanto detto e degli approfondimenti fatti in questi giorni invito la maggioranza ad accogliere la nostra proposta e stralciare la Legge”.