Terremoto, l’Umbria riparte dai “Piccoli borghi”. Grande successo per il convegno di Gubbio
GUBBIO – Grande successo per il convegno “Il tesoro d’Italia – la rigenerazione dei centri e dei borghi storici” che ha affollato la Sala Trecentesca di Palazzo Pretorio. L’iniziativa era promossa dal Comune, FUA –Fondazione Umbra per l’Architettura Galeazzo Alessi, Ordine degli Architetti della Provincia di Perugia e Ordine degli Ingegneri della Provincia di Perugia. «Quando abbiamo organizzato questo appuntamento i territori dell’Italia centrale non erano ancora stati colpiti duramente dal terremoto – ha commentato i sindaco Filippo Mario Stirati – e le vicende di questi giorni lo hanno reso ancora più drammaticamente attuale. Oltre ad esprimere la nostra piena solidarietà alle popolazioni e ai Comuni così martoriati, da Gubbio – che in questa circostanza non ha avuto danni né agli edifici né tantomeno vittime – parte il segnale che, superata l’emergenza nazionale, si possa progettare un’idea di futuro, di recupero, di ripresa. Come vice presidente della prestigiosa ANCSA nazionale, mi auguro che nascano indicazioni concrete, utili e capaci di convogliare risorse e volontà ».
E’ poi intervenuto Giuseppe Chianella assessore Riqualificazione urbana e centri storici-Regione Umbria, che ha posto l’accento sulla necessità di preservare i piccoli Comuni e i borghi che sono i 2/3 dei municipi umbri; su 92 circa 62 sono piccoli agglomerati ma rappresentano un investimento economico e non, contrariamente a quanto si crede, una dispersione di risorse. « E’ chiaro che l’emergenza ha reso di drammatica attualità il problema – ha ribadito Chianella – per territori che registravano già prima spopolamento, carenza di trasporti e servizi e che ora vivono l’incubo dell’abbandono. Confidiamo sul progetto ‘Casa Italia’ che ha lanciato il Governo e sollecitiamo una serie di misure finanziarie a favore dei Comuni tra le quali: ribilanciare il trasferimento di risorse, rivedere la normativa di spesa, snellire le pratiche burocratiche, riequilibrare il consumo del suolo e rigenerare il patrimonio esistente».
Ampia e articolata la relazione di Leopoldo Freyrie presidente Fondazione Umbra per l’Architettura: « Abbiamo voluto questa iniziativa a Gubbio e ci sembra ancora più opportuna proprio in un momento in cui vede tante ferite aperte, con rischi di cancellazione urbanistica, di luoghi dell’Italia centrale ricchi di storia e bellezza. Dobbiamo fare i conti con mutamenti rapidi e trasformazioni sociali, economiche che cambiano la visione contemporanea dei Centri Storici. Va tenuto presente che una delle emergenze dell’Italia, fatta per 1/3 da montagna, è il consumo del suolo e che il 70% degli edifici sono stati costruiti prima delle normative antisismiche, dei quali il 50 % è costituito da scuole. Occorre aprire un dibattito sul futuro sostenibile contro l’abbandono del patrimonio culturale, sociale e architettonico. E’ necessario accendere i riflettori e lanciare un segnale forte affinché si agisca sul piano storico, estetico, urbanistico, tecnico, finanziario e legislativo, per la salvaguardia e il recupero culturale dei centri e borghi storici, con la finalità di promuovere la riqualificazione urbana, ambientale e territoriale, la riutilizzazione e gestione del patrimonio edilizio e storico, la conservazione e riqualificazione del paesaggio ». Assenti per impegni, Mario Abis coordinatore ‘Piano città’ presso la Presidenza del Consiglio e Sergio Rizzo giornalista del ‘Corriere della Sera’, è intervenuto Tommaso Dal Bosco di IFEL – Fondazione Anci ponendo l’accento sulla necessità di cooperazione tra enti anziché di competizione per una distribuzione di risorse: « Prima di riqualificare le case, occorre che si riqualifichi la spesa pubblica ».
Nell’intervento conclusivo, Ermete Realacci presidente Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati, ha citato ‘il pane e le rose’, un celebre slogan di impegno politico e sociale e ha ribadito che ‘non occorre solo fare il bene ma farlo bene’. « Gli eventi di questi giorni hanno enfatizzato problemi già esistenti – ha sottolineato Realacci – e il futuro per l’Italia può essere solo attraverso la rigenerazione di una visione e di un’azione coerente, che vedano collegati ambiente, economia, cultura. Finalmente sembra diventare realtà una legge sui ‘Piccoli Comuni’, da me proposta ma firmata da tanti, compreso l’On Walter Verini che vedo presente, provvedimento che stanzia 100 milioni di euro per la valorizzazione dei borghi. Il disegno di legge parte dal presupposto che i 5.585 Piccoli Comuni presenti sul territorio non siano un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere l’identità dei luoghi. Spero che si arrivi all’approvazione definitiva per il 2017, Anno nazionale dei Borghi indetto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Il disegno di legge, che si riferisce ai Comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti, prevede l’istituzione di un fondo unico per lo sviluppo strutturale, economico e sociale; la dotazione del fondo sarà di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023. Si potranno finanziare interventi a tutela dell’ambiente e dei beni culturali, alla salvaguardia e alla riqualificazione urbana dei centri storici, alla messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici, nonché alla promozione dello sviluppo economico e sociale e all’insediamento di nuove attività produttive. In particolare, il Piano assicura priorità alla qualificazione e buona manutenzione del territorio, all’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico, all’acquisizione e riqualificazione dei terreni e degli edifici in abbandono. Infine il testo propone misure che favoriscono la diffusione della banda larga, una dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, itinerari di mobilità e turismo dolce, la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta. Solo così si riprogetta il futuro ».