Terremoto, studenti a scuola il 12 settembre

NORCIA – «I nostri ragazzi, le bambine e i bambini, dei comuni terremotati dell’Umbria, torneranno a scuola, come previsto, il 12 settembre», lo ha detto l’assessore regionale all’istruzione, professor Antonio Bartolini. L’amministratore, a Foligno nella sede della Protezione civile, ha incontrato funzionari Prociv, dirigenti scolastici, sindaci e tecnici dei territori interessati dalla terribile scossa della notte del 24 di agosto scorso. I comuni interessati sono: Norcia, Cascia, Spoleto, Foligno, Trevi e Bevagna, per una 15ina di istituti scolastici. «Nella gran parte dei casi – ha detto Bartolini – saremo in grado di aprire tutte le scuole entro la data prefissata dalla Regione. Quale problema serio lo abbiamo su Norcia, ma nell’incontro di oggi abbiamo trovato delle soluzioni che ci consentiranno, mutuandole dall’esperienza, dell’Emilia Romagna, di cominciare anche lì le lezioni il 12 settembre».
Antonio Bartolini annuncia che alcune strutture, fino al 19 non saranno pronte, ma annuncia anche che la Regione metterà a disposizione una serie di linee finanziarie e si programmeranno delle gite culturali ed educative nei giorni in cui si attenderà l’agibilità delle scuole interessate. Non manca l’occasione all’assessore per rimarcare la bontà, nel dramma che Norcia ha vissuto, della ricostruzione fatta seguendo le regole. «Il problema limitato che abbiamo – dice – e che possiamo affrontare sin da subito, è la prova che il “Modello Umbria” ha funzionato realmente».

Rispetto alle richieste di sopralluogo da parte di comuni che non ci si aspettava, Bartolini dice che: “Sì, si tratta di Bevagna e di Collazzone”. Faremo verifiche in modo tale da avere, per il 12, il quadro ancor più preciso”. Presto e bene è l’imperativo e il professor Bartolini è fiducioso, e fa, nel dire questo, riferimento alla grande Protezione Civile dell’Umbria (ricorda oggi la vista di Vasco Errani ndr). Abbiamo grandi professionalità e sono convinto che saremo in grado di portare a termine tutto con grande professionalità”. Sulla spesa che si dovrà prevedere Bartolini rimarca ancora quanto è stato fatto in passato e come questo permetta, questa volta, di avviare e completare gli interventi di recupero con una spesa decisamente inferiore.
Al tavolo c’era anche il capo della protezione civile dell’Umbria, Alfiero Moretti. Forte di una lunghissima e consolidata esperienza nel settore, l’architetto folignate – vero e proprio “braccio operativo” di questa delicatissima fase ha detto che: “Il quadro che emerge, rispetto alla situazione delle scuole dei comuni colpiti dal terremoto, è abbastanza confortante”. Il vertice regionale della Prociv riferisce dei danneggiamenti a Norcia (era presente il sindaco Nicola Alemanno). «Abbiamo – aggiunge – dei danni importanti anche a Spoleto e Foligno. Alla fine, però, emerge che queste lesioni sono danni lievi e non alle strutture portanti degli immobili».

Moretti ci tiene a sottolineare che questi danni, anche se gli studenti, di ogni ordine e grado, fossero stati all’interno e il terremoto fosse passato di giorno, non ci sarebbero stati né vittime né feriti. «Nulla è crollato – dice -, nulla è caduto. Non ci sarebbero stati, quindi, danni alle persone. Sono gli edifici che dovranno essere riparati. A Norcia dovremo allestire una scuola sostitutiva». L’archietto è convinto che si farà “presto è bene”, non c’è dubbio che gli interventi che si faranno subito sono volti a rimettere gli edifici scolastici nelle condizioni in cui erano prima del sisma. «Il collaudo vero – spiega Moretti – lo ha passato il terremoto di magnitudo 6 di Amatrice e di 5.1 a Norcia. Eventi importanti dal punto punto di vista dello scuotimento. Il patrimonio scolastico ha reagito bene rispetto a questi eventi».

Si potrà grazie ai soggetti attuatori – Provincia e Comuni – cominciare subito a realizzare gli interventi di riparazione, cui seguiranno quelli più complessi. Sui danni, invece, riportati dai nostri centri storici Alfiero Moretti dice che sono proprio i “centri storici la nostra identità e la nostra ricchezza”.
«Noi siamo l’Italia che siamo – aggiunge – perché la nostra Terra ha i Centri storici. Questo ci distingue dall’America, dal Giappone e da altri paesi che hanno, sì, costruzioni antisismiche, ma decisamente più moderne. Il nostro tema non è l’edilizia costruita dopo l’entrata in vigore delle norme che, di certo, è antisismica. E’, invece, il punto di equilibrio tra la salvaguardia del valore storico del nostro patrimonio e un grado di resistenza e sicurezza sismica. Credo – spiega – che l’esempio di Norcia sia sotto gli occhi di tutti. I danni ci sono stati, ma non ha procurato crolli. A Castelluccio, per esempio, quegli edifici che erano stati riparati in passato hanno tenuto e sono agibili, mentre gli altri sono crollati. Certo – aggiunge infine il capo della Prociv Umbra – aver migliorato le condizioni non significa aver raggiunto un altissimo grado di sicurezza, ma questo è l’elemento di mediazione che, nel corso degli anni, è stato conseguito. Ed è ciò che si può migliorare in termini di sicurezza, ma rispettando la nostra storia».

Alla riunione in Protezione civile hanno partecipato, fra gli altri, anche i dirigenti regionali, Luigi Rossetti e Diego Zurli.

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